Scopri in cosa consiste l’edilizia antisismica in Italia, cosa prevede la normativa e quali sono i bonus per il miglioramento e l’adeguamento sismico.
L’Italia è un Paese ad alto rischio sismico, eppure la percentuale di edifici che rispettano le normative per l’edilizia antisismica è ancora troppo bassa. Solo nel 2022 si sono registrate più di 16.000 scosse sul territorio nazionale e nelle aree limitrofe, secondo quanto emerso dai dati raccolti dalla Rete Sismica Nazionale.
Se la geofisica del Paese non aiuta, l’elevata densità abitativa e il patrimonio immobiliare datato (non conforme agli standard attuali in materia di costruzioni antisismiche) non fanno che peggiorare notevolmente la situazione.
Se è vero che la percentuale di costruzioni antisismiche è ancora troppo bassa, è altrettanto vero che abbiamo a disposizione incentivi e sistemi tecnologicamente avanzati per intervenire.
Vediamo allora di saperne di più e di capire cosa prevede l’edilizia antisismica in Italia, quali sono gli interventi utili a migliorare la resistenza degli edifici ai terremoti e come accedere al Sisma Bonus.
L’edilizia antisismica permette di costruire o ristrutturare gli edifici attraverso tecniche costruttive e materiali idonei a rendere l’immobile resistente alle scosse telluriche. Si tratta di materiali in grado di garantire l’agibilità e la sicurezza di chi ci vive anche dopo il terremoto.
Ciò non significa che non possono esserci danni all’edificio, ma che questi siano di bassa entità e facilmente riparabili, senza mai mettere a repentaglio l’incolumità di chi si trova all’interno dell’edificio.
Visto l’elevato rischio di sisma in Italia, la natura imprevedibile delle scosse e l’alta percentuale di vecchi edifici che non sarebbero in grado di resistere ai terremoti, diventa fondamentale investire in prevenzione.
Favorire lo sviluppo e il potenziamento dell’edilizia antisismica è l’unica strada percorribile per rendere le abitazioni, i luoghi di lavoro e lo straordinario patrimonio artistico italiano sempre più stabili e resistenti, sia agli effetti delle scosse telluriche sia all’usura del tempo.
Dopo il terremoto del 1908, che ha coinvolto Messina e Reggio Calabria, tutti i comuni italiani sono classificati sulla base del rischio sismico.
Nel 2003, la normativa ha introdotto una nuova classificazione sismica che suddivide il Paese in quattro zone. Si tratta di una suddivisione in base alla probabilità che la zona possa essere interessata da un evento sismico che superi una determinata magnitudo in un certo intervallo di tempo.
Ma da quando è in vigore la normativa antisismica attuale? Dal 1° luglio 2009 l’Italia è dotata di una “microzonazione sismica”: permette di definire la pericolosità non più per singoli comuni, ma sulla base delle coordinate geografiche dell’area di progetto e in funzione della vita dell’opera.
La normativa antisismica definisce sia i provvedimenti relativi alla progettazione dei nuovi edifici, sia quelli che riguardano l’adeguamento e la messa in sicurezza di quelli già esistenti.
Nel 2018 è stato emesso un Decreto di aggiornamento delle “Norme tecniche per le costruzioni”, che fornisce ulteriori dettagli in materia.
Una costruzione antisismica deve poter assicurare una resistenza e rigidezza tali da riuscire a sopportare le azioni trasmesse dal sisma.
Inoltre, le strutture devono essere progettate in base al criterio della gerarchia delle resistenze, che rallenta il collasso dell’edificio, grazie ad una maggior flessibilità della struttura.
La scelta di materiali innovativi e di tecniche di costruzione avanzate rappresenta un aspetto essenziale delle moderne costruzioni antisismiche in Italia. Le nuove tecnologie assicurano rapidità di esecuzione e sicurezza, oltre a offrire una garanzia di qualità controllata e certificata sia per gli interventi di rinforzo strutturale sia per la costruzione di edilizia antisismica.
Per poter essere definita come costruzione è necessario che l’immobile abbia 5 requisiti fondamentali:
Per poter rispondere a tutti questi requisiti i materiali impiegati per realizzare le parti strutturali degli edifici e il sistema costruttivo devono essere adeguati alla conformazione del sottosuolo e alla classificazione sismica della zona in cui la costruzione si trova.
Uno dei primi interventi per rendere la propria abitazione antisismica è quello del consolidamento delle fondamenta. Oltre ai nuovi materiali disponibili in commercio esistono gomme o molle che possono essere inserite nelle fondamenta della casa utili a creare una sorta di cuscinetto protettivo in grado di attenuare l’impatto delle scosse telluriche.
A seguire andranno potenziate le travi, i muri portanti, il solaio e il tetto utilizzando materiali appositi, moderni e innovativi. Così da evitare che elementi architettonici troppo pesanti possano cedere a causa del terremoto facendo crollare parti dell’edificio.
Vista l’importanza della messa in sicurezza degli edifici situati in zone a rischio sismico, lo Stato permette la detrazione fiscale delle spese fatte per la realizzazione di questi interventi e sostenute dal 1° gennaio 2017 al 31 dicembre 2024.
Nello specifico negli interventi antisismici rientrano:
Inoltre, se si hanno i requisiti, fino al 2025 è possibile accedere al Super Sismabonus per interventi antisismici realizzati in concomitanza ai lavori trainanti previsti dal Superbonus.
Dal 2023 l’aliquota per la detrazione fiscale del Super Sismabonus è diminuita al 90%. Tuttavia, alcune persone possono ancora beneficiare dell’incentivo, se il loro immobile è stato danneggiato dal sisma dopo il 2008 e si trova in un’area in cui è stato dichiarato lo stato di emergenza.
Da notare che l’aliquota scenderà progressivamente dal 110% del 2023 al 65% nel 2025.
Per favorire l’edilizia antisismica il Sisma Bonus è stato prorogato fino al 31 dicembre 2024 e riguarda tutti gli immobili in cui si realizzano interventi mirati al miglioramento sismico.
Il bonus prevede una detrazione minima del 50%, che può aumentare fino all’80% se diminuiscono le classi di rischio sismico e fino all’85% se i lavori vengono effettuati in un condominio.
Si può accedere al Sisma Bonus in fase di dichiarazione dei redditi attraverso una detrazione fiscale, da suddividere in 5 rate annuali di pari importo.
Per ottenere il Bonus Sisma i lavori di miglioramento e di adeguamento sismico devono essere pagati attraverso bonifico bancario o postale parlante dove sono riportati i seguenti dati:
Per gli interventi realizzati nei condomini è necessario che sia stata approvata la delibera per la realizzazione dei lavori al 16 febbraio 2023.
Inoltre, se i lavori comportano demolizione e ricostruzione, al 16 febbraio deve essere stato richiesto anche il permesso di costruire.
Per chi vuole investire in prevenzione e avvalersi del Sisma Bonus, negli showroom del Gruppo Made, è possibile trovare personale qualificato, aggiornato sulle più recenti normative, e i materiali più innovativi per l’edilizia antisismica.