Scopri cos’è un impianto geotermico e come l’energia del terreno può garantire una climatizzazione della casa stabile e a consumi ridotti durante tutto l’anno.
La vera sfida dell’edilizia moderna non è semplicemente riscaldare o raffrescare un ambiente, ma farlo in modo intelligente, indipendente e sostenibile. Una delle opportunità che va in questa direzione è l’energia geotermica.
Anche se con tecnologie non avanzate come quelle di oggi, il principio della geotermia veniva diffusamente usato da molte civiltà antiche. Queste infatti avevano già intuito che il pianeta terra rappresenta un incredibile serbatoio di energia a costo (quasi) zero.
Nonostante l’enorme potenziale, però, non si tratta di una soluzione adottabile in ogni contesto. Ecco perché in questo articolo vedremo non solo come funziona l’impianto geotermico, ma anche quali sono i reali benefici e le possibili insidie da valutare prima di procedere all’installazione.
L’impianto geotermico è un sistema innovativo di climatizzazione che sfrutta la temperatura della crosta terrestre che, già a pochi metri di profondità, si mantiene costante indipendentemente dalle variazioni climatiche esterne.
Il terreno agisce come un immenso accumulatore termico naturale e la tecnologia geotermica residenziale consente di sfruttare questa stabilità termica superficiale.
In Italia siamo intorno ai 15° di temperatura media annua già a partire da una profondità di circa dieci o quindici metri. Questo permette di prendere calore dal sottosuolo in inverno e, invertendo il ciclo, smaltire calore dai nostri ambienti al sottosuolo in estate.
Gli elementi necessari per il funzionamento di un impianto geotermico sono 4:
Si tratta, in sostanza, di un trasferimento di energia che rende l’impianto geotermico estremamente efficiente, poiché non è richiesta spesa energetica se non per il funzionamento del ciclo sopra esposto. A parte questo, l’energia viene appunto offerta dalla terra.
È importante poi evidenziare che il geotermico lavora bene con delta di temperatura bassi. Non si sposa con i termosifoni che richiedono acqua a 60° ma, appunto, con i pavimenti radianti che lavorano su temperature minori.

Installare un impianto geotermico comporta una serie di benefici tangibili che impattano direttamente sulla qualità della vita e sul portafoglio.
Il primo e più evidente vantaggio risiede nel drastico abbattimento dei costi di gestione, con un risparmio in bolletta compreso tra il 50% e l’80%.
Questo accade grazie alla stabilità termica dal terreno, che permette alla pompa di calore di operare con un’efficienza molto elevata (spesso con Coefficiente di Prestazione COP pari a 4 o 5). La pompa necessita solo di una piccola quota di elettricità per funzionare e non richiede altri combustibili.
L’indipendenza quasi totale dalle forniture di gas azzera anche i rischi connessi alla presenza di fiamme libere o possibili fughe di monossido di carbonio all’interno dell’abitazione. La sicurezza domestica ne giova enormemente, rendendo non più necessari i locali caldaia ventilati previsti dalle normative antincendio.
La versatilità è un altro punto di forza della geotermia. Un unico impianto gestisce riscaldamento, raffrescamento e acqua calda sanitaria senza la necessità di acquistare e manutenere dispositivi separati come caldaie e split per l’aria condizionata.
Infine, si tratta di una fonte di energia rinnovabile e pulita, priva di processi di combustione che comportano emissioni dirette di CO2 e altri inquinanti dannosi per l’ambiente.
Nonostante gli importanti vantaggi e l’enorme potenziale dell’energia geotermica, non si possono trascurare le criticità e le barriere all’ingresso che possono scoraggiare l’adozione di un impianto geotermico.
Il primo ostacolo è rappresentato senza dubbio dall’investimento iniziale, che risulta sensibilmente più elevato rispetto a una caldaia a condensazione o a una pompa di calore aerotermica standard.
Esistono anche delle limitazioni di carattere burocratico e logistico che non possono essere ignorate in fase preliminare. Infatti, non tutti i terreni sono idonei alla perforazione e in aree soggette a vincoli idrogeologici o paesaggistici potrebbe essere impossibile ottenere i permessi necessari per procedere con i lavori.
Un altro elemento da valutare è la necessità di disporre di spazi adeguati per l’installazione delle sonde e per la gestione del cantiere, non sempre disponibili in contesti urbani. Se si opta poi per sonde orizzontali, la superficie di giardino da dedicare allo scavo diventa ancora più estesa.
Tuttavia, questi svantaggi riguardano esclusivamente la fase iniziale di realizzazione. Se superabili, i benefici della geotermia rendono il bilancio a lungo termine estremamente positivo.

Una volta appurata la fattibilità dell’impianto geotermico, restano ancora delle valutazioni da fare per realizzare un sistema efficiente.
Il primo passo è quello di richiedere uno studio del sottosuolo che permetta di valutare stratificazione, conducibilità termica e caratteristiche geologiche del terreno. Questo passaggio è determinante per la scelta del tipo di sonde (verticali, orizzontali o a circuito aperto) e la loro profondità, e per dimensionare correttamente lo scambiatore di calore.
Parallelamente, è essenziale una diagnosi del fabbisogno energetico dell’edificio per scegliere la pompa di calore con potenza adatta.
Se l’edificio presenta notevoli dispersioni termiche, l’investimento dovrebbe essere preceduto o accompagnato da interventi di riqualificazione dell’involucro (cappotto termico, sostituzione degli infissi).
Infine, è necessario assicurarsi che il sistema di distribuzione del calore interno sia compatibile. I pannelli radianti a pavimento, parete o soffitto lavorano con temperature di mandata basse (circa 30-35 gradi centigradi), ideali per la pompa di calore geotermica.
Tutte queste valutazioni ti consentiranno di scegliere l’impianto geotermico con maggiore consapevolezza sui tempi di ritorno dell’investimento.

Visto l’importante costo economico e di tempo, è lecito domandarsi quale sia la longevità di un impianto geotermico.
È importante distinguere in questo senso tra la vita utile dei componenti interrati e quelli installati all’interno dell’edificio.
I componenti che costituiscono lo scambiatore di calore sotterraneo (essendo protetti nel sottosuolo) non sono soggetti a stress atmosferici o corrosione e, di conseguenza, la loro vita operativa è stimata in 50-80 anni.
La pompa di calore geotermica invece, che è il motore che muove il fluido e amplifica il calore, è soggetta a un normale ciclo di usura. La sua vita utile è generalmente paragonabile a quella di una caldaia di alta qualità, attestandosi in media tra i 20 e i 25 anni.
Questo dimostra che il sistema geotermico nel suo complesso è una delle soluzioni più durature e resilienti oggi disponibili sul mercato.
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