L’Italia è un paese caratterizzato da un grandissimo patrimonio architettonico, il quale porta testimonianza del tempo passato a partire da millenni fino ai recenti decenni appena trascorsi. Il settore dell’edilizia è sempre stato un pilastro fondamentale della nostra economia e a tutt’oggi, nonostante la crisi, è un settore sul quale investiamo e dobbiamo investire, quantomeno per la tutela e il riuso di ciò che già esiste. A tale merito, si sente parlare di bioedilizia, edilizia green, edilizia sostenibile. Ma di cosa si tratta in termini pratici e operativi? Vediamolo insieme.
Il termine bioedilizia di fatto è composto da una parola, edilizia, e da un altro termine, bio, che funge da suffisso. Ma che cosa significa? La parola bio sappiamo che viene dal greco e richiama in generale il concetto di vita. Quindi una sorta di edilizia rispettosa della vita delle persone, degli animali, delle piante. In una parola, quindi, di tutto l’ambiente circostante.
Normalmente altre parole si affiancano su questa scia di concetti: edilizia sostenibile, edilizia green, edilizia eco compatibile e via dicendo. In qualche modo, tutte queste vogliono richiamare quanto sopra esposto: ovvero una pratica del costruire che sia sostenibile, rispettosa dell’ambiente e delle sue risorse in ogni fase, a partire da quella costruttiva, passando per tutta la durata della vita dell’edificio, ovvero il suo utilizzo, fino a giungere addirittura all’ultimo stadio, e quindi quando verrà demolito e il materiale conseguentemente smaltito.
È stato dimostrato, infatti, che il processo costruttivo e la vita stessa degli edifici costituiscono uno dei maggiori fattori di inquinamento e appesantimento della salute del nostro clima. L’industria che produce materiali edilizi non ha mai avuto in passato significativi standard di controllo sull’ inquinamento connesso. Inoltre, il grande impiego di riscaldamento durante la fase invernale porta i fabbricati ad immettere ingenti quantità di agenti inquinanti nell’atmosfera, come per esempio il monossido di carbonio.
Un’edilizia sostenibile vuol quindi evitare tutto ciò avvicinando l’impatto ambientale degli edifici allo zero.
Ma come vengono perseguiti questi risultati? Di fatto con la regolarizzazione dei processi produttivi secondo standard estremamente rigidi in termini di inquinamento e con la messa a punto di caratteristiche sempre più performanti per i materiali stessi. Tali materiali, quindi, verranno impiegati con successo nell’edilizia e secondo processi sempre più evoluti.
In termini pratici questo significa:
Quali sono i vantaggi e gli svantaggi della bioedilizia? Di fatto, parlare di contro è difficile poiché oggettivamente non ce ne sono, quantomeno per quel che riguarda i vantaggi finali derivanti da una nuova edificazione o ristrutturazione green.
Gli aspetti positivi sono davvero numerosi:
Per quanto riguarda invece gli aspetti negativi citiamo sostanzialmente un solo fattore, ovvero la questione economica. Infatti, molti prodotti green hanno un costo in parte più elevato rispetto ai prodotti di vecchia generazione.
Continuando su quanto appena detto, quindi, concludiamo con una riflessione economica sulla bioedilizia. È vero che costruire una casa con prodotti industriali scegliendo il criterio della massima economicità ci può fare risparmiare in prima battuta. Viceversa, utilizzare solo materiali e procedure green è più costoso. Tuttavia, il risultato del secondo modo di operare si farà sentire nel tempo. Infatti, è dimostrato che un edificio che nasce secondo i criteri esposti in questo articolo comporta un risparmio energetico annuo del 25-40% rispetto ad un edificio costruito in modo classico. Questo, evidentemente, varrà nel tempo tutto l’investimento fatto e a un certo punto non solo avrete recuperato la differenza di spesa, ma inizierete a risparmiare avendo un guadagno indiretto per le minori bollette che dovrete sostenere.