La lana di vetro è una fibra minerale ricavata dal vetro attraverso un particolare processo produttivo che la rende adatta a molteplice esigenze, soprattutto per quanto riguarda l’ambito edilizio e più nello specifico quello dell’isolamento. Ma a cosa serve la lana di vetro?
Dopo aver chiarito che cos’è la lana di vetro, vediamo insieme a cosa serve, qual è il suo processo produttivo, quali sono le caratteristiche e quali i suoi impieghi principali.
Il processo produttivo della lana di vetro parte dalla fusione, intorno ai 1400-1500°C, di una miscela composta da vetro e sabbia.
Successivamente viene aggiunto un legante che, nella trasformazione da miscela a fibra, fa sì che aumenti la tenuta tra le fibre che la compongono.
Quest’ultime vengono riscaldate a 200°C e vengono sottoposte a calandratura, cioè a deformazione plastica, affinché aumenti la resistenza meccanica del materiale e la sua stabilità.
A fine processo produttivo avremo differenti formati di lana di vetro:
La scelta del formato dipende esclusivamente dall’impiego che il materiale avrà.
Inoltre, sono prodotti anche in spessori differenti in base alla dimensione del muro o del solaio in cui vengono inserite.
Ecco alcuni degli spessori in cui è possibile trovare la lana di vetro:
La lana di vetro ha diverse proprietà intrinseche che la rendono davvero versatile, motivo per cui può essere utilizzata in diverse occasioni: vediamo quali sono.
Per capire meglio a cosa serve la lana di vetro, occorre sapere innanzitutto che è un materiale:
Inoltre, tra le varie tipologie di materiali isolanti presenti in commercio è quello più economico, motivo per cui viene preferito rispetto ad altre tipologie.
D’altro canto però, non essendo impermeabilizzata, la lana di vetro va protetta dall’acqua.
Ecco perché non è adatta per pareti controterra e per tetti a struttura inversa.
La struttura “lanuginosa” da cui prende il nome è formata da “pori” aperti tra le fibre che la compongono.
In questo modo si ha una duplice valenza:
Solitamente, quando viene utilizzata come isolante termoacustico si prediligono i formati in pannelli o in rotoli che meglio si adattano alle superfici e ai nodi dove avvengono i tanto temuti ponti termici.
La lana di vetro, essendo costituita per il 95% da materiale inorganico, risulta inattaccabile dalle muffe e da qualsiasi organismo sia vegetale che animale.
Inoltre, la lana di vetro permette il passaggio del vapore acqueo.
Questo perché il valore del passaggio di vapore acqueo è pari a quello dell’acqua, cioè µ=1. Per tale motivo l’umidità in eccesso può fuoriuscire agevolmente dalla facciata isolata senza provocare la formazione di condense o muffe all’interno.
Il suo impiego è ottimale per tutte quelle occasioni in cui si opera, ad esempio, su facciate con differenza di temperatura interno/esterno elevata.
La lana di vetro è ignifuga: in caso di incendio è resistente al calore e non è infiammabile.
In linea generale, i prodotti in lana di vetro (senza rivestimento) sono in Euroclasse A1 o A2, ossia le classi più alte per la resistenza al fuoco.
Vediamo quali sono i campi di applicazione consigliati per un utilizzo ottimale della lana di vetro:
Il consiglio generale resta sempre quello di chiedere ad un professionista per scegliere la soluzione più adatta alle vostre necessità.
Essendo un materiale ricavato dal vetro, questo materiale è reperibile in quantità abbondanti, pressoché illimitate. Inoltre, è un ottimo alleato dell’ambiente: la lana di vetro è riciclabile e organica per il 95% della sua composizione.
La sua produzione però ha un impatto medio/alto vista la necessità di fondere ad alte temperature le miscele di preparazione della materia.
La lana di vetro si trova solitamente nei magazzini per l’edilizia, ma è possibile reperirla anche nei grandi centri per il fai da te.
I costi variano in base al formato scelto (pannelli, rotoli o fiocchi) e allo spessore necessario.
Indicativamente, la cifra varia in un range tra i 10 euro (costo di un pannello singolo 1,20×0.60 metri) e i 300 euro per un pannello ad altissima densità per l’isolamento di un tetto.
A queste cifre vanno sempre aggiunte quelle della manodopera del posatore.