Centinaia di migliaia di futuri operatori delle costruzioni partecipano ai programmi di formazione tecnica. Un (altro) mercato da intercettare
Pare che la lenta trasformazione dell’approccio al settore delle costruzioni da parte degli operatori di oggi, ma soprattutto di domani, tenga conto anche dell’ambito formativo. È un segnale che potremmo definire fondamentale perché, almeno a rigor di logica, la formazione rappresenta l’esatto contrario dell’improvvisazione.
Per esempio, i dati forniti in questi giorni da Formedil parlano chiaro: circa 700.000 allievi hanno frequentato nel quinquennio 2010/ 2014 i quasi 60.000 corsi (circa 2 milioni di ore di formazione). E molti allievi hanno seguito corsi di aggiornamento professionale, complice anche la scarsità di lavoro.
Dell’importanza della formazione, della necessità di creare una generazione di operatori professionali, si parla da secoli. Nulla come la conoscenza dell’innovazione tecnica può far bene al settore delle costruzioni in generale, da chi progetta fino a chi le case le dovrà abitare. E, ancora una volta, il ruolo della distribuzione nella fase di accompagnamento delle nuove leve nel mercato appare a dir poco essenziale. Purché, ovviamente, sia presente, non solo fisicamente, ma soprattutto come punto di riferimento tecnico e della consulenza professionale. E anche di questo si parla da secoli.
