Rapporto Istat, con la riqualificazione efficiente e integrata si può aiutare l’ambiente e ridurre i consumi
Nel corso del convegno “I consumi energetici delle famiglie” che si è svolto recentemente a Roma, l’Istat ha presentato i risultati dell’Indagine sui consumi energetici, realizzata nel 2013, in collaborazione con l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile e il ministero dello Sviluppo Economico. La rilevazione, effettuata per la prima volta con riferimento all’intero territorio nazionale, raccoglie informazioni dettagliate sulle dotazioni energetiche delle famiglie e sul loro utilizzo, ricostruendo il quadro complessivo dei consumi energetici annuali e delle relative spese.
I dati raccolti, oltre a completare il quadro nazionale delle statistiche sull’energia, saranno utili per fornire annualmente all’Eurostat i dati sui consumi energetici del settore residenziale per destinazione finale e fonte energetica e serviranno per il monitoraggio degli obiettivi europei della strategia 20-20-20.
Dall’indagine è emerso che le famiglie italiane spendono 42 miliardi di euro per il riscaldamento domestico, ovvero oltre 1635 euro all’anno per ogni singolo nucleo.
La spesa per consumi energetici delle famiglie è più elevata al Nord e più contenuta nel Mezzogiorno, con un differenziale che supera i 400 euro (30% in più delle spese sostenute nel Mezzogiorno).
La spesa media annua cresce in ragione sia del numero dei componenti sia della loro età. Una famiglia monocomponente giovane spende in media circa 650 euro in meno rispetto a una coppia con 3 o più figli.
Se quasi tutte le abitazioni sono dotate di impianto di riscaldamento degli ambienti e dell’acqua, solo 3 famiglie su 10 posseggono sistemi per il raffrescamento. Sono ampie le differenze territoriali nella diffusione di apparecchiature per il condizionamento: ne risultano dotate solo l’1,5% delle famiglie residenti in Valle d’Aosta e quasi il 50% di quelle che risiedono in Sardegna.
Il tipo di impianto più diffuso è l’autonomo, sia per riscaldare gli ambienti (lo utilizzano 66 famiglie su 100), sia per l’acqua calda (74). Gli apparecchi singoli vengono utilizzati più frequentemente nel Mezzogiorno, i centralizzati nel Nord. Oltre il 70% delle famiglie utilizza il metano come principale fonte energetica di alimentazione degli impianti di riscaldamento dell’abitazione e dell’acqua.
Gli impianti di riscaldamento dell’abitazione restano accesi tutti i giorni durante la stagione invernale per l’87% delle famiglie, con sensibili differenze territoriali (98% a Bolzano e 62% in Sicilia). L’impianto di riscaldamento viene utilizzato, in media, per circa 8 ore al giorno, più nel pomeriggio (quasi 4 ore e mezzo) che non nelle fasce mattutine (2 ore e mezzo circa) o notturne (circa un’ora). Le famiglie residenti al Nord accendono in media due ore in più rispetto a quelle del Centro e tre ore e mezzo in più rispetto a quelle del Mezzogiorno. A distanza di pochi anni dal ritiro dal commercio delle lampadine tradizionali, le lampadine a risparmio energetico rappresentano già quasi i tre quarti delle lampadine utilizzate.
Attraverso interventi di riqualificazione energetica si possono sensibilmente diminuirei consumi di appartamenti e condomini, incidendo sul peso della bolletta di luce e gas, contribuendo anche alla diminuzione delle emissioni nell’atmosfera. Le famiglie dichiarano infatti di aver effettuato, nel corso degli ultimi cinque anni, investimenti in denaro per ridurre le spese energetiche: si tratta di oltre la metà (54,1%) per quel che concerne le spese per l’energia elettrica, di oltre una famiglia su cinque (21,4%) per le spese di riscaldamento dell’abitazione, del 15% per il riscaldamento dell’acqua e, infine, del 10% per il condizionamento.
L’elevata incidenza di investimenti finalizzati alla riduzione dei consumi di energia elettrica è da porre in relazione alla progressiva sostituzione delle lampadine tradizionali con quelle a risparmio energetico. Indubbiamente più onerosi da un punto di vista economico, invece, gli interventi finalizzati al risparmio nelle spese per il riscaldamento e il condizionamento, in quanto legati all’ammodernamento e all’efficientamento delle dotazioni e delle abitazioni (sostituzione apparecchiature, isolamento termico abitazione, sostituzione infissi, eccetera).
Più di una famiglia su cinque fa uso di legna per scopi energetici (consumando 3,2 tonnellate in media all’anno) mentre solo il 4,1% utilizza pellets. Il consumo di legna è più elevato nei comuni montani (oltre il 40% delle famiglie) e in Umbria e Trentino Alto Adige (poco meno di una famiglia su due).
