Una recente indagine dell’Anagrafe del ministero delle Infrastrutture notifica un calo delle opere incompiute in Italia. La massima priorità a questi interventi è stata decisa dalla programmazione triennale del piano per i lavori pubblici
Lentamente, si sta riducendo il numero delle opere incompiute nel nostro paese. Lo dice l’Anagrafe del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che fa notare come alla fine dello scorso anno siano risultate 647 gli interventi di edilizia pubblica ancora da ultimare, 105 in meno rispetto all’anno precedente.
Il calo è quindi del 14%, e per una volta questo calo è una virtù, anche se ciò che rimane da completare non è poco e, soprattutto, parecchi sono i denari che servirebbero per la loro ultimazione: si parla di circa 4 miliardi di euro.
La stessa percentuale del -14% aveva contraddistinto l’attività del 2016, rispetto al 2015. Possiamo quindi parlare di andamento regolare, anche se è bene ricordare che, nonostante il numero delle gare di progettazione del settore pubblico vadano a gonfie vele, non è che si sia mosso granché, per i motivi noti.
Scende il numero delle opere incompiute forse anche perché non ne partono di nuove, quindi si procede con maggiore verve a sistemare ciò che c’è in sospeso. È inoltre opportuno rilevare che la riduzione non riguarda la Sicilia, la Campania, la Provincia Autonoma di Bolzano, il Friuli e le Marche, in cui il numero delle opere bloccate è invece aumentato. Caso a parte è l’Umbria, dove anche lo scorso anno non ci sono stati segnali positivi. Tutto fermo, insomma.