Il nuovo ministro delle Infrastrutture ha già i suoi bei problemi che lo attendono nella sede di Viale dell’Arte. Ma è dalla loro soluzione che il settore potrà finalmente ripartire
Il nuovo ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, ha avuto in dono un ministero alquanto problematico, e certamente si dovrà circondare di tecnici all’altezza della situazione, che è decisamente ingarbugliata.
Se volessimo, per amor di discussione, suggerire un’agenda dei lavori, non potremmo che (ri)partire dal Nuovo Codice degli Appalti. I problemi che sono nati da questo (giusto) provvedimento, sono tutti italiani: troppi ingarbugliati tecnicismi, assenza degli indispensabili decreti attuativi, le stazioni appaltanti che ne sanno meno di tutti… Insomma, cominciamo da capo, attività in cui eccelliamo.
A ciò possiamo aggiungere il pressing dell’Ance e delle principali sigle delle Associazioni di settore, che bramano la necessaria semplificazione perché altrimenti le infrastrutture rimarranno ancora una volta al palo. Toninelli dovrà anche intervenire presso i colleghi della Pubblica amministrazione per cercare di sbloccare i fondi, sempre che ci siano.
Altro problemino non da poco, il passaggio alla digitalizzazione delle procedure d’appalto, ovvero il BIM. Basterebbero questi tre punti per rovinare la giornata a chiunque, ma i problemi sono questi e la loro soluzione potrebbe garantirgli il nobel dell’edilizia.