
Il mercato immobiliare continua a perdere valore, così come l’erogazione dei mutui. La situazione migliorerà dalla seconda metà del prossimo anno
Mentre l’Istat conferma che in un anno (I trim.2013 rispetto al I trim.2012) il settore delle costruzioni ha perso oltre 200.000 occupati (-11,4%), ovvero circa la metà dei lavoratori che hanno perduto la loro occupazione nell’intero sistema economico nazionale, un servizio pubblicato su “Affari & Finanza” dello scorso 3 giugno fa un po’ il punto della situazione, andando a esaminare i dati presentati dall’Ance (Associazione nazionale costruttori edili) sui dati forniti dall’Agenzia del Territorio.
Gli indicatori, noti ormai a tutti, accendono i riflettori sulla perenne difficoltà di accedere al credito, ma dobbiamo anche considerare che negli ultimi due anni circa un terzo del valore degli immobili è svanito a causa del crollo dei prezzi e, ciò nonostante, il settore non riparte. Nel 2006 si vendeva circa un milione di case, oggi si arriva faticosamente alla metà, tornando così ai numeri degli anni ’80.
Se il patrimonio immobiliare ha perduto un terzo del suo valore, la stessa percentuale interessa anche la quantità dei mutui erogati, in numero, mentre il valore di è ridotto di circa il 50%. Morale, per vendere un appartamento mediamente oggi occorre un anno.
In questo clima di pesante incertezza, caratterizzato da un sostanziale immobilismo da parte del governo, se non per faccende che nulla hanno a che vedere con il problema del lavoro, con il rilancio dell’economia e con il pagamento dei pesanti debiti alle imprese, dobbiamo anche fare i conti con le previsioni della società di studi economici Nomisma per questo 2013 e l’inizio del 2014, che prevede un ulteriore calo di oltre 5 punti percentuali dei prezzi degli immobili residenziali, ma con un progressivo rallentamento della discesa dei prezzi nei mesi a seguire.
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