Sono stati più di 9 milioni gli interventi di ristrutturazione nel nostro paese che hanno sfruttato le agevolazioni fiscali. Un’occasione anche per entrare in contatto con nuove e performanti tecniche di intervento, strutturali ed energetiche
Un dato, che arriva congiuntamente dall’Osservatorio di Oice con Legambiente e Fineal Filca Fillea, definisce il valore e la portata degli incentivi fiscali che hanno interessato, e continuano a interessare, il recupero edilizio: dal 1998 a oggi sono stati infatti realizzati in Italia più di 9 milioni di interventi di ristrutturazione, che hanno dato lavoro a circa 800.000 operatori.
Oltre alle ristrutturazioni in senso stretto, molto ha influito la politica nazionale sul recupero dei centri storici, sul miglioramento della qualità dell’abitare che ha coinvolto, e continua a coinvolgere le periferie delle grandi città, e così via. Queste opere hanno spesso premiato anche il concetto di innovazione costruttiva, coinvolgendo il tema della rigenerazione energetica, l’antisismica e la revisione degli impianti, e così via, iniziando così quell’immensa opera di trasformazione e di riqualificazione del patrimonio edilizio nazionale.
La messa in sicurezza del territorio ha ormai convinto la maggior parte delle amministrazioni Pubbliche, purtroppo molto spesso dopo gli eventi catastrofici che si sono verificati in modo prepotente e drammatico negli ultimi anni, opere necessarie che sono riuscite a far riconsiderare il patto di stabilità, una zavorra che, di fatto, ha bloccato per anni i lavori pubblici.
Le opere di ristrutturazione e di recupero edilizio hanno inoltre messo in evidenza alcuni importanti aspetti legati all’innovazione di prodotto e di sistema. L’attenzione alle energie rinnovabili, al consumo del suolo e ai nuovi sistemi costruttivi, unitamente ai prodotti più performanti e tecnicamente all’avanguardia utilizzati in interventi delicati, soprattutto nei centri storici delle nostre città, consegnano all’attenzione degli operatori e delle committenze soluzioni che si spera rappresentino il futuro dell’operatività in edilizia. Parliamo di quella “qualità del costruire” che da eterna promessa potrebbe oggi più facilmente diventare gradita consuetudine. Su queste basi, il rilancio del settore poggerebbe sicuramente su basi ben più sicure.
