A quanto pare, la voglia di casa è più forte di una tassazione a dir poco esagerata, come racconta uno studio di Confedilizia
Se nel 2011 l’ ICI era costata agli italiani 9 miliardi di euro, nel 2014, il gettito di Imu e Tasi è stato di circa 25 miliardi di euro, quasi il triplo.
Inoltre, tra il 2012 e il 2014, la proprietà immobiliare ha versato complessivamente circa 69 miliardi di euro di imposte di natura patrimoniale, con 15/16 miliardi in più all’anno “il 50% in più rispetto all’entità dello sgravio degli 80 euro”.
Si tratta di alcuni dei numeri contenuti dallo studio realizzato da Confedilizia in cui elenca la crescita della tassazione locale sulla casa, e chiede l’abbassamento della pressione fiscale e di abbandonare “la pigra e ingiusta” tassazione su base catastale/patrimoniale e creare un sistema che preveda la tassazione degli immobili esclusivamente per il reddito che essi producono.
“La necessità di ridurre la tassazione sugli immobili non è dovuta solo ad un’esigenza di equità – spiega lo studio – ma perché gravare gli immobili di un carico di tasse come quello abbattutosi in Italia negli ultimi anni, produce conseguenze negative a catena, con riflessi evidenti e innegabili sulla crescita del Paese”.
Sono state anche analizzate le tasse sugli affitti: ad esempio, per un appartamento in affitto a canone libero, la tassazione è aumentata del 157% e addirittura del 291% per quelli a canone concordato pari, in entrambi i casi a 1889 euro.
Ma questi dati non sembrano impensierire il mercato dei mutui. Infatti, cresce notevolmente, soprattutto nell’ultimo mesi di marzo, la richiesta di mutuo da parte delle famiglie italiane, con un eloquente +49,4% rispetto al corrispondente mese del 2014 (valore ponderato, a parità di giorni lavorativi) che per altro a sua volta si caratterizzava per un segno positivo.
Il dato di marzo porta la domanda aggregata a livello di primo trimestre 2015 a segnare un incremento del +37,5% rispetto al pari periodo dello scorso anno. Nonostante il segno positivo accompagni l’andamento mensile della domanda di mutui dal luglio del 2013, a conferma di un percorso di progressivo recupero, occorre però sottolineare come la distanza rispetto agli anni pre-crisi risulti ancora significativa, con volumi ridotti di quasi un terzo.
(Fonte: infobuild.it)
