Mentre il segno “meno” sta per lasciarci senza generare rimpianti, importante è conoscere i nuovi trend costruttivi e dar forma e sostanza al concetto di innovazione
“I segnali di miglioramento interessano per ora solo parzialmente il mercato delle costruzioni, e i segnali sono ancora molto diversificati e mentre in Europa le costruzioni e la nuova edilizia residenziale tornano nel 2015 a crescere più del PIL, in Italia questo ancora non avviene. Anzi per le nuove costruzioni i segnali di ripresa non si vedono”.
Così recita il sito internet del Cresme, annunciando la sua Congiunturale 2015 che si svolgerà a Milano il prossimo 24 novembre. Siamo ormai preparati a simili notizie, anche perché le viviamo sulla pelle tutti i giorni, ma l’anticipazione che il sito fornisce è che con il triennio 2016-2018 si entrerà nel settimo ciclo edilizio, e si entra in un nuovo ciclo quando le percentuali smettono di scendere e si ritorna alla luce.
E dai sentiment del Cresme arriva anche la conferma, più volta paventata nelle nostre notizie, che la ripresa sarà altamente selettiva in termini di tipologie di prodotti, di servizi, di modelli di offerta e di territori. In buona sostanza, il futuro è nell’innovazione. E anche su questo concetto ci siamo più volte soffermati e interrogati.