Lungaggini, esasperanti tempistiche burocratiche… solo poco più del 5% delle scuole situate nelle zone a rischio 1 e 2 ha avuto interventi di messa in sicurezza sismica
Per alimentare il discorso relativo al mercato che c’è (o che, eventualmente, ci sarebbe) giungono puntuali i dati di Legambiente, relativamente alla messa in sicurezza sismica delle nostre scuole, nelle aree a rischio (1 e 2).
Nell’ultimo triennio, gli interventi nelle aree a rischio sono stati 4.580, ma solo il 5,3% di questi ha riguardato l’adeguamento antisismico, anche se dovrebbe essere una delle prime cosa da fare. Ancora numeri: gli edifici scolastici che si trovano nelle aree a rischio sono circa 19.000 (sugli oltre 43.000 di tutta Italia), e si deve anche considerare che il 65% di questi edifici sono stati costruiti prima del 1974, anno di entrata in vigore della normativa antisismica.
A complicare la faccenda, una burocrazia che provoca tempi biblici prima di mettere a disposizione le risorse peraltro già stanziate. Ma è il nostro male nazionale, evidentemente a prova di terremoto.