I ritardi “strutturali” della Pubblica amministrazione continuano a essere vivi e vegeti: il totale degli insoluti ha raggiunto gli 8 miliardi
Ci sono i proclami, quindi gli editti, quindi le promesse, e potremmo andare avanti così per qualche riga. Poi c’è la realtà, con cui prima o poi ci so deve confrontare, e questa realtà dice che i pagamenti della Pubblica amministrazione hanno ancora tempi tre volte superiori a quelli proclamati, promessi, stragiurati o anche semplicemente definiti, nella fattispecie massimo 60 giorni. Ma in realtà la media è di 180, quando va bene.
Se poi andiamo a vedere le cifre, scopriamo per esempio che nel secondo semestre 2015 il 78% delle imprese di costruzione ha lamentato questo genere di ritardi, che potremmo quindi definire, per usare un’espressione di moda, strutturali. E se qualcuno avesse la curiosità di sapere a quanto ammontano gli insoluti della pubblica Amministrazione, diremo che la stima è di circa 8 miliardi.
Quindi, lo stato, nelle sue più diverse ramificazioni e sigle, deve al tessuto produttivo delle imprese di costruzione (che a loro volta forse devono qualcosa alla distribuzione e alla produzione, e ad altri) una somma da paura. Ci si domanda, visto che si lavora sei mesi solo per pagare le tasse, e gli altri sei mesi per non prendere i soldi, chi cavolo ce lo fa fare. Gli imprenditori italiani sono degli inguaribili romantici.
