Il segnale positivo, l’inversione di tendenza del settore delle costruzioni, dopo gli anni del buio assoluto, rischia di mascherare una realtà che è ancora alla ricerca di una soluzione.
I dati congiunturali che indicano una lieve ripresa del settore delle costruzioni sono certamente positivi, ma certamente è troppo poco per iniziare a sorridere. Gli otto/nove anni della crisi hanno chiuso i battenti, secondo i dati Istat, 80.000 imprese, sono stati persi oltre 500.000 posti d lavoro sono nel settore specifico più altri quasi 300.000 nei settori correlati.
Per recuperare ci vorrà davvero parecchio tempo, ma anche se il mercato ha virato verso il segno positivo, nel frattempo le condizioni di lavoro sono cambiate. Non si riparte, ma ci si deve adattare a un mercato nuovo, che vede le nuove costruzioni ancora al palo, proprio quel comparto che ha fortemente penalizzato imprese e posti di lavoro.
L’intenzione di aumentare la domanda di nuova edilizia quando il governo ha stanziato lo stanziabile nel recupero è possibile che cada nel vuoto, o che non abbia le risposte attese. In questo senso, il settore delle costruzioni è ancora profondamente in crisi, anche perché il nuovo mercato non è purtroppo in grado di trovare sbocchi alle centinaia di migliaia di operatori che hanno sempre operato nel comparto del nuovo.
