
Non parliamo di un incremento del settore dei prodotti per il tetto, ma delle calamità che potrebbero arrivare insieme all’aumento dell’Iva, soprattutto quella ridotta del settore della ristrutturazione
È opinione comune che lo stato, diciamo meglio il governo, rappresenti da decenni uno dei principali ostacoli alla crescita del paese. Non è infatti una questione di colore politico, ma di capacità.
Il ventilato aumento dell’Iva ridotta (oggi al 10%, ma potrebbe salire al 13%) andrebbe a colpire indovinate che cosa? Esatto, il mercato delle ristrutturazioni, l’acquisto e la costruzione di case diverse dalla prima abitazione, l’energia elettrica, senza dimenticare mobili ed elettrodomestici.
Il problema sono le “clausole di salvaguardia”, ovvero le misure adottate per assicurare che l’Italia rispetti i vincoli di bilancio e gli impegni presi con l’Unione Europea.
Ma tornando a noi, poiché il settore della ristrutturazione è forse l’unico che permette all’edilizia di non sprofondare, ecco che ne uscirebbe decisamente penalizzato, come del resto ogni attività economica che riguarda il commercio e i servizi.
Riesce quindi difficile, anche con tutta la buona volontà di questo mondo, immaginare che l’opinione comune di cui sopra sia sbagliata. E, più che una tegola, l’aumento dell’Iva sarebbe un formato gigante pronto ad abbattersi sulla nostra già disastrata economia di settore.
