
La pressione fiscale sulle abitazioni è passata da un gettito fiscale di 9,2 miliardi nel 2011, a 24,5 miliardi nel 2015, con un incremento del 150% in quattro anni
Continua a tenere banco la proposta dell’Ance di prorogare gli incentivi per chi acquista case energeticamente efficienti. Se proprio non si riesce a costruire, puntiamo alla sostituzione edilizia, ovvero al miglioramento energetico e antisismico
L’idea è quella di prorogare, fino a fine 2019, la detrazione del 50% dell’Iva pagata per l’acquisto di abitazioni nuove o riqualificate nelle classi energetiche A e B, che adesso sarebbero fiscalmente poco convenienti. Infatti, chi acquista un’abitazione “usata” da un privato, si ritrova con un’Iva al 2 o al 9% sul valore catastale dell’abitazione, mentre l’abitazione nuova o ristrutturata dall’impresa deve pagare dal 4 al 10% sull’intero corrispettivo di vendita.
Il tema della fiscalità, secondo l’Ance ma non solo, è al momento troppo penalizzante. Basti pensare che negli ultimi anni si è assistito ad un aumento del gettito fiscale passando dai 9,8 miliardi di euro del 2011 (ICI) a 24,5 miliardi di euro del 2015 (IMU+TASI), con un incremento della pressione fiscale sul possesso del 150% in soli quattro anni.
