Siamo tartassati dalle tasse che pare non finiscano mai, abbiamo necessità di trovare soldi per portare avanti qualsiasi programma, ma non riusciamo nemmeno a spendere i fondi che l’Unione Europea ci mette a disposizione. Un’idea di come fare ci viene dall’Ance
Da questo 2016 fino al 2020, il programma degli stanziamenti dell’Unione Europea ci assegna ancora 115 miliardi di euro. Di questa somma, 15,8 miliardi sono destinati al settore edilizio. A questi, si devono aggiungere i 3 miliardi in arrivo dai programmi nazionali a sostegno dell’attività edilizia.
Ritardi cronici, burocrazia, poca chiarezza, gli immancabili inciuci, sono fra le prime cause del mancato sfruttamento di queste risorse, un danno e una beffa davvero difficili da accettare. L’Ance, attraverso il suo presidente Claudio De Albertis, suggerisce un cambio totale di strategia, invitando la Pubblica amministrazione a passare “dalla logica dei bandi a quella dei progetti”. In sostanza, la Pubblica amministrazione dovrebbe selezionare i progetti, quelli davvero necessari per il miglioramento o la realizzazione di infrastrutture, edilizia, eccetera, e quindi coinvolgere gli operatori – progettazione, imprese, eccetera – e assegnare le risorse che il nuovo Codice degli Appalti dovrebbe meglio amministrare.
In buona sostanza, i fondi verrebbero assegnati dopo la presentazione dei progetti,e non prima, in attesa di progetti. L’idea non è male, sarà presa in considerazione?
