Migliora il trend dei prezzi sulle case

22/07/14

Il-mercato-immobiliare

Da aprile a giugno di quest’anno i prezzi delle case di seconda mano hanno registrato ancora contrazioni nella maggior parte dei centri monitorati dall’Ufficio studi di idealista.it, ma si assiste a una progressiva riduzione delle città in terreno negativo: sono 51 contro le 56 della precedente rilevazione, su 70 capoluoghi analizzati

È quanto rileva l’ultimo rapporto del portale immobiliare, che ha osservato l’andamento dei prezzi di 115.712 immobili presenti nel database tra aprile e giugno. Per il secondo trimestre consecutivo diminuiscono i centri in trend negativo. Si va quindi verso una ripresa dei valori graduale e selettiva, che è già partita in alcune aree delle città dove il divario tra richieste dei proprietari e offerte degli acquirenti si è ridotto e le caratteristiche degli immobili rispettano i requisiti di qualità e di spazio dalle famiglie italiane. Tuttavia si tratta di timidi segnali in un quadro economico ancora incerto, dove pesa la mancanza di prospettive sul piano lavorativo con un tasso di disoccupazione stabile a livelli record.

L’incertezza normativa e la pesante tassazione sulla casa non aiuta il mercato. Se infatti la Tasi doveva servire ad alleggerire il peso fiscale sugli immobili, in realtà ha portato un ulteriore aggravio. Inoltre, secondo stime preliminari, la modifica degli estimi catastali ormai imminente potrà portare ad aumenti anche 10 volte superiori a quelli attuali e questo potrebbe indurre molti proprietari a immettere altri immobili sul mercato, andando ad aumentare lo stock di invenduto con possibili ulteriori ricadute negative sul fronte dei prezzi.

Intanto i grandi mercati continuano a evidenziare un trend prevalentemente ribassista
a eccezione di Venezia (4,2%) e Firenze (1,4%), tutti gli altri centri segnano il passo con cali che vanno dallo 0,9% di Roma al 4% di Napoli. Nell’intervallo negativo rientrano anche Milano (-1,1%), Palermo (-1,1%), Torino (-1,2%), Catania (-1,8%), Cagliari (-3,6%) e Bari (-3,8%).

Sul piano generale, tra le città che hanno performato peggio su base trimestrale troviamo Pisa (-7%) e Salerno (-6,4%), che scontano a scoppio ritardato l’eccessiva rivalutazione avvenuta negli anni del boom del mattone, seguite da Agrigento (-4,8%) e Trieste (-4,1%) ai due estremi opposti della Penisola.

Ma sono i 18 centri in controtendenza a rappresentare forse la novità più rilevante di questo trimestre:al vertice le città venete, con Verona (5,1%) e Venezia (4,2%) in prima fila. Dopo una lunga fase di ribassi tornano in saldo positivo alcuni dei mercati più colpiti dalla crisi, come Brescia (3%), Biella (2,4%) e Prato (2,1%); altri 12 centri sono raggruppati tra lo 0,1% di Siena e il 2% di Vicenza.

 

(Fonte: infobuild.it)

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