
Dalle quasi 629.000 del 2008 alle poco più di 529.000 del 2014, le imprese edili nazionali hanno lasciato sul campo della crisi circa 100.000 unità. In nove anni, il settore ha perso oltre 600.000 addetti.
Le costruzioni continuano a essere l’unico settore di attività economica a segno negativo, relativamente ai dati occupazionali del 2016. Nei primi nove mesi dello scorso anno, si è registrata una flessione del 4,9% degli addetti su base annua, mentre nell’insieme degli altri settori dell’attività economica c’è stato un incremento dell1,4%.
In nove anni, il nostro settore ha perso 600.000 posti di lavoro, con una flessione del 30%. A questo triste primato è anche necessario aggiungere che fra il 2008 e il 2014 sono scomparse dal mercato oltre 100.000 imprese. I dati del centro Studi dell’Ance hanno evidenziato che la crisi ha colpito in modo particolare le imprese con più di un addetto:
tra il 2008 e il 2014, infatti, le imprese con un numero di addetti compreso tra 2 e 9 si sono ridotte del 26,9%. Non sono andate certamente meglio le imprese appartenenti alla classe fino a 49 addetti: in questa categoria ha cessato l’attività il 40% delle imprese. Delle imprese più grandi, con più di 50 addetti, sono scomparse dal mercato quasi un terzo (-31%).
