
Ognuno deve metterci del suo perché le cose cambino veramente. Ne ha parlato De Albertis in un commento sul “Corriere”, un commento che vale per tutti
In un intervento pubblicato sulle pagine del “Corriere della Sera” dello scorso 2 settembre, fra i vari argomenti trattati dal presidente di Ance Claudio De Albertis – idee e strategie per la messa in sicurezza del patrimonio edilizio nazionale di cui ci siamo già occupati qualche giorno fa con le nostre notizie – abbiamo selezionato un passaggio decisamente indicativo e interessante: “anche le imprese sono chiamate a fare la propria parte ed è per questo che da tempo chiediamo di introdurre una loro qualificazione anche nel settore privato, che tenga conto del know how e della capacità aziendale di controllare il processo produttivo, così da assicurare interventi di qualità e a costi contenuti”.
La qualificazione delle imprese edili, soprattutto delle piccole realtà, è tanto importante quanto il riposizionamento delle imprese della distribuzione. Si sta parlando, in sostanza, di una rinascita globale basata sulla qualificazione che, per funzionare e produrre risultati, deve poter contare su una legislazione precisa e attenta, su condizioni premianti ma anche il contrario, su una vigilanza che è quasi sempre mancata e che ha involontariamente favorito la realtà che conosciamo. Non solo le imprese edili devono fare la loro parte, perché sono una parte di un sistema che, in troppe occasioni, fa acqua da tutte le parti. Sarebbe bello poter dire di trovarci e di parlarne, ma servirebbe davvero a poco. È necessario partire da una condizione di controllo che non ammetti deroghe e che faccia percepire agli operatori che non si scherza più. Poi, magari, ci sederemo a un tavolo, a parlarne.
