Trasparenza, rapidità, controlli, minore burocrazia. Con queste speranze ci apprestiamo a vivere l’epoca del nuovo codice degli appalti. Una delle più straordinarie avventure burocratiche cui il ministero delle Infrastrutture abbia mai partecipato. Questa volta per vincere
Quando si parla di appalti pubblici si rischia di finire in un buco nero come quello che nei decenni ha catturato miliardi di risorse pubbliche mai utilizzate, male impiegate o, semplicemente, svaporate. Una regolamentazione di questi appalti si “auspica” da qualche lustro, non c’è governo che non ci abbia provato, o fatto finta di provare, così, tanto per suonare una nota che va comunque suonata, sennò il programma stona. La disciplina che non riesce a disciplinare questa materia è sempre stata, a sua volta, un altro buco nero, questa volta di natura tecnocratica con ascendente fraseologia contorta. Per affrontare gli appalti pubblici le imprese edili si devono specializzare. Magari fanno anche dei corsi di formazione, perché partecipare a questo genere di competizione è una scelta di campo, una scelta coraggiosa e non si può improvvisare.
Il preambolo è per segnalare che il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio ha affermato che il nuovo codice degli appalti garantisce maggiore trasparenza e tempi certi per la realizzazione delle opere pubbliche. In effetti, la digitalizzazione delle procedure (ovvero meno carta), la diminuzione degli oneri documentali a carico delle imprese (ovvero, meno burocrazia), la riduzione delle stazioni appaltanti (ovvero, se capiamo bene, meno uffici da visitare nel pellegrinaggio verso l’individuazione del giusto interlocutore) dovrebbero iniziare a garantire procedure più snelle. Contro la corruzione, che in sostanza è diventata una componente attiva del processo di aggiudicazione degli appalti, scende in campo anche L’Anac (Attività nazionale anticorruzione) che dovrà mettere il suo avallo alle varie aggiudicazioni.
Poiché dobbiamo e vogliamo essere positivi, è possibile che qualche cosa in meno riusciremo a non sprecare, che i tempi si accorceranno (Anac permettendo, perché dovrà controllare e non sarà uno scherzo), che ci sarà anche meno burocrazia. Ma a Graziano Delrio tanti auguri ci sentiamo di farli lo stesso.
