Per un mutuo di acquisto di importo 140mila euro e durata 20 anni, si attestavano ai livelli del 2,60% e 2,40%. I tassi scendono ancora e la richiesta aumenta, mentre scendono gli importi medi
Secondo l’Ossservatorio Crif, a inizio aprile 2015, gli stessi spread risultano inferiori del 28% e del 22% (all’1,80% e 1,90%) e appaiono praticamente certi nuovi ulteriori tagli ai prezzi dei mutui nell’immediato futuro.
Se alla sforbiciata allo spread aggiungiamo tassi di riferimento Euribor e Irs ai minimi storici di tutti i tempi (con un Euribor 1 mese in terreno negativo e Irs costantemente sotto lo 0,80%) e prezzi degli immobili residenziali in continua e ulteriore riduzione, dopo un ribasso delle quotazioni del 4,65% sull’intero 2014 si registra un nuovo -1,9% sul primo trimestre 2015, appare chiaro come si stiano progressivamente rafforzando le condizioni per una ripartenza del mercato immobiliare. Non a caso i dati dell’Agenzia delle entrate segnano per il quarto trimestre 2014 un +7,1% nel numero delle compravendite, il più alto incremento da oltre quattro anni a questa parte, aumento atteso in ulteriore accelerazione sul 2015.
Ma se a inizio 2010 l’importo medio richiesto del mutuo era di poco superiore ai 140mila euro, nel primo trimestre 2015, nonostante i tassi di offerta ridotti e la nuova apertura al credito casa da parte del sistema bancario, è sceso a 124.291 euro, in ulteriore contrazione dello 0,5% rispetto all’importo medio del quarto trimestre 2014. Insomma, ritorna l’interesse sul mercato, con la domanda di nuovi mutui che segna +38% nel primo trimestre 2015, ma i consumatori rimangono ancora prudenti, affrontando l’investimento sulla casa con cautela, reduci da un triennio caratterizzato da tensioni economiche e preoccupazione sul proprio futuro, in particolare relativamente alla stabilità lavorativa e delle entrate.
Il 30% delle richieste di mutuo raccolte sul canale online è però frutto di surroga o sostituzione, anche se su tutto il 2014 solo il 10,9% delle istruttorie formalmente presentate si riferisce alla rottamazione di vecchi mutui.
Nel corso del primo trimestre 2015 c’è stato, infine, uno slittamento verso il tasso fisso, che arriva a spiegare il 58% del totale delle richieste di surroga e sostituzione sul canale online, contro un molto più ridotto 14% registrato nel primo trimestre 2014. Così, per esempio, chi aveva un mutuo a tasso fisso nel 2012 per 120mila euro e durata di 20 anni con un tasso finito del 5,70%, può surrogare il mutuo iniziale con un nuovo che presenta un tasso fisso finito pari al 2,74% (tasso inferiore del 52% rispetto a quello iniziale), ottenendo una rata mensile inferiore di circa 150 euro rispetto alla precedente e risparmiando così sull’intera durata del mutuo oltre 30mila euro in interessi.
(Fonte: youtradeweb.com)
