Interesse e partecipazione alla Convention Made Tour, tanti temi e tante idee per conquistare, insieme, il mercato che c’è. Lavoriamo per non perdere questa eccellente opportunità
Di Roberto Anghinoni
Si è conclusa lo scorso 27 novembre, con l’incontro di Bari, la Convention Made Tour 2014. Nei giorni precedenti gli incontri si sono svolti a Roma e prima ancora a Milano, con una presenza decisamente superiore al già riuscito Convegno del 2013.
“Made Upgrade”, ovvero il percorso di crescita proposto dal Gruppo ha suscitato molta curiosità e interesse, così come gli altri argomenti, le riflessioni e i suggerimenti che sono stati proposti con l’unico seppur fondamentale intento di contribuire a rendere più efficace l’attività delle rivendite Made.
Durante l’anno in corso, sono state numerose le iniziative e le proposte che hanno coinvolto gli imprenditori della distribuzione. Ne ricordiamo alcune: il rilancio di Livingmade, le giornate di studio dell’Accademia Made, il programma “Made 7.0” con “Made A”, la definizione della partnership con Assoposa, la possibilità di iniziare a offrire prodotti finanziari per favorire i lavori di ristrutturazione – una delle novità emerse nella Convention Made Tour – più tutta l’informazione che è apparsa regolarmente sul sito Internet del Gruppo, ovvero notizie, newsletter su vari argomenti, anche coinvolgendo i produttori partner, “Edilizia 7.0”, e così via.
Upgrade, ovvero, crescita
Il percorso di crescita del Gruppo deve necessariamente orientarsi verso una partecipazione e una condivisione d’intenti più sistematica. La proposta di Gruppo Made di affiancare al normale contratto di adesione la formula “Premium” per l’incremento degli acquisti in convenzione è solo un tassello di un mosaico decisamente più ampio.
Per prima cosa, l’adesione a un format di riferimento come “Made Point”, che tiene conto anche del discorso comunicazione – ovvero: comunichiamo tutti al mercato con lo stesso stile – sarebbe un significativo passo avanti verso l’identificazione delle diverse ragioni sociali come parte di un’unica insegna. Forse, il concetto di “insegna” non è ancora da molti interpretato nel modo corretto, ovvero come una vera e propria leva di marketing e non come una perdita di identità del punto vendita.
Un altro aspetto fondamentale, anche per lanciare precisi messaggi al “mercato che c’è”, è la caratterizzazione dei punti vendita con un’area tecnica stabile, prevista nel progetto Made Point. Il nuovo cliente, sia esso privato o progettista, o anche operatore specializzato, deve comprendere quale possa davvero essere la reale potenzialità dei magazzini edili. È attraverso le esemplificazioni dell’area tecnica che il cliente impara nuove tipologie d’intervento, il significato dei nuovi materiali e delle nuove tipologie costruttive, tutti valori che la grande distribuzione non può e non sa offrire. Anche questo è upgrade, anche questa è crescita.
Convenzioni, il bene necessario
L’intervento di Gianluca Bellini, responsabile acquisti del nostro Gruppo, ha fornito dati che dovrebbero realmente far riflettere. Li riproponiamo qui, perché è sempre utile ricordarci chi siamo (e, in questo caso, è anche assai gradevole).
Gruppo Made è presente in 17 regioni d’Italia. È formato da 130 ragioni sociali, per 170 punti vendita. Dispone di 110 spazi di libero servizio (ferramenta e altro), di 85 show-room, di 70 centri colore. In sostanza, una potenza commerciale probabilmente unica in Italia. Pensate come sarebbe se ci fosse anche una sola insegna, con un rispetto delle convenzioni pari anche solo al 70% dell’offerta merceologica. Pensate alla potenza che il Gruppo avrebbe in ambito acquisti, ma soprattutto, quali vantaggi avrebbero gli aderenti Made.
In effetti, ogni anno le percentuali degli acquisti in convenzione migliorano, e questo è un segnale positivo sul quale costruire un impianto di acquisti ancora più efficace. Il fatto è che, come la grande distribuzione insegna (perché passiamo troppo tempo a guardare i prezzi e troppo poco tempo a capire determinati meccanismi), che è ormai ora di abbandonare una volta per tutte le logiche individualistiche, a favore di altre logiche, assai più logiche visto che siamo un gruppo, di alleanza e di condivisione anche commerciale.
E poi, tutto il resto
La partecipazione delle rivendite alla Convention Made Tour 2014 è stata più alta rispetto alle passate edizioni, certamente favorita dalle tre date, in tre diverse location. Ovviamente, la necessità di migliorare sempre più il senso del gruppo significa anche predisporsi a investimenti tanto significativi quanto necessari. Ma se davvero vogliamo fare qualcosa per migliorare la nostra congiuntura intergruppo non credo esista un’altra strada. Dobbiamo offrire nuove chance alla nostra attività, ci dobbiamo organizzare bene e anche in tempi brevi. Come anche ha sottolineato Claudio Troni, fuori dai nostri magazzini abbiamo ancora l’insegna della “rivendita”, ma all’interno sono (o possono essere) molte altre le cose che già stiamo facendo o ancora da fare. Ma, più di ogni altra cosa, dobbiamo lavorare sul senso di appartenenza, perché poi il resto viene di conseguenza.
Anche il nostro direttore generale Alessandro Pagliarani ha parlato di “Gruppo solido”. Questo aggettivo ha molti significati e non ne dobbiamo trascurare nemmeno uno. La sua analisi della concorrenza, così come quella che ci riguarda più da vicino sull’andamento delle nostre rivendite, non riserva dubbi: siamo e continuiamo a essere il più grande gruppo in Italia. Ma quella “g” come ha commentato il presidente Giuseppe Vantusso, in apertura dei lavori a Milano, deve diventare una “G”.
Per concludere
Anche questa Convention ha saputo presentare argomenti certamente importanti per le imprese della distribuzione Made. Personalmente, credo che ci siano tutti gli elementi per fare il grande salto verso una definizione realmente “strategica” di fare gruppo. Visto che mi occupo di comunicazione, e attraverso il nostro sito Internet lancio ogni giorno segnali su quello che sarà il mercato che ci attende, attraverso le varie notizie raccolte qua e là, le possibilità davvero non mancano. L’idea di un’insegna veramente condivisa mi affascina da quando il Gruppo è nato. Mi rendo anche conto che il passaggio non è comodo, forse nemmeno indolore. Ma al tempo stesso è fondamentale. Mi guardo intanto attorno e cerco di capire come si stanno muovendo anche gli altri gruppi nazionali. Quelli davvero innovativi sono pochi, però ci sono e Gruppo Made ha tutti i numeri (i dati di Gianluca Bellini che ho indicato più sopra) per dimostrare la sua potenzialità. Abbiamo un mercato da prendere, un mercato che però non ci aspetterà. Le novità, i contenuti, della Convention Made Tour 2014 rappresentano la traccia della strada che dobbiamo tutti insieme percorrere. Percorriamola.