
Un periodo transitorio per l’adozione del nuovo Codice degli Appalti, il mantenimento per almeno tre anni degli sgravi Irpef per chi acquista in classe A e B, nuovi incentivi per la ristrutturazione edilizia. Basteranno per risollevare un po’ il settore?
Rimangono incerte le previsioni per il rilancio del settore delle costruzioni, un rilancio che, come abbiamo sempre sostenuto, non può prevedere importanti percentuali di crescita, per numerosi motivi. Intanto però i dati che emergono dall’analisi congiunturale del Centro Studi dell’Ance ci costringono ancora una volta ad affrontare la realtà.
C’è chi dice che la crisi continua imperterrita (sarebbero dieci anni, ormai) e c’è chi si è ormai convinto che il mercato sia questo, chi ha riposizionato le attese pronto ad accontentarsi di percentuali anche minime che sono sempre meglio dell’andamento degli scorsi anni. Però, fra il 2008 e il 2014 oltre 100.000 imprese hanno chiuso i battenti, e la nota dolente è che sono state penalizzate le imprese maggiormente strutturate. Anche il settore della distribuzione edile può trovare analogie con questo trend, ricorderete infatti che la crisi ha paradossalmente colpito soprattutto coloro i quali avevano investito nella loro attività.
La ricetta dell’Ance, vista la perenne difficoltà del governo a imbastire una seria politica degli investimenti per la nuova edilizia abitativa e l’housing sociale, è quella di definire un periodo transitorio per l’applicazione del nuovo Codice degli Appalti (c’è stato infatti un crollo dei bandi di gara) e una rimodulazione degli incentivi per la ristrutturazione edilizia (che comunque mantiene il suo trend positivo) e per la ristrutturazione energetica. Inoltre, l’adozione di norme per favorire gli interventi di sostituzione edilizia e la proroga di tre anni della detrazione Irpef pari al 50% per l’acquisto di abitazioni in classe A e B.
