Edilizia, è piena crisi per le imprese a Roma e nel Nord-Ovest

06/10/14

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La crisi delle costruzioni morde Roma, ma il numero delle imprese crolla nel Nord Ovest. Con una contrazione del 16%, da Ottobre 2013 a Luglio 2014, la provincia di Roma è quella che ha registrato una riduzione delle attività superiore alle altre, seguita da Palermo e Perugia (-14%). Numeri negativi che toccano principalmente il Sud (Salerno -12%, Taranto -10%) e le isole (Sassari – 11%) mentre l’incidenza è meno forte al Centro Nord (Firenze -3%, Padova -8%, Milano -5% e Alessandria -7%).

E’ quanto emerge dai dati dell’Osservatorio casse edili Cnce del sistema bilaterale delle costruzioni diffusi questa mattina, a Roma, nel corso della conferenza stampa di presentazione del rapporto Formedil 2014 sulla formazione in edilizia che ha aperto le Giornate nazionali della formazione. I risultati del confronto tra le prime 10 casse edili su 89, rivelano che, rispetto allo stesso periodo del 2013, il Nord est è l’area territoriale che soffre meno e a fronte di una media nazionale di contrazione di attività del 10%, nel Nord Ovest il calo è stato del 9%, nel Nord Est del 6% mentre Centro e Mezzogiorno hanno registrato un- 11 e -14%. Per quanto riguarda le imprese il Nord ovest segna una riduzione del 10%, non solo doppia rispetto al Nord Est (-5%) ma anche superiore alla media nazionale (9%). I cali delle imprese sono infatti stati dell’8% al centro, del 10 al Sud e dell’11 nelle isole. Sud e Isole spiccano anche per i cali più consistenti di occupati e salari. Così se la media degli occupati è del 10% in meno, nelle Isole il dato raggiunge il 15% e al Sud il 12%, mentre per i salari, la cui media rimane al-10%, il crollo è del 13 e 14%. (del 10 al Centro e 9 al nord ovest). Complessivamente dal 2008 al 2014 il numero delle imprese iscritte alle casse edili si è ridotto del 41% passando da 87.895 a 52.188, mentre gli operai si sono ridotti del 47% (223.593) per effetto del calo delle ore lavorate che supera il 50%.

A lanciare l’allarme per il settore delle costruzioni è stato il presidente del Formedil Massimo Calzoni. “L’industria italiana delle costruzioni sta scomparendo e gli effetti sono sotto gli occhi di tutti. Una perdita degli investimenti dal 2008 a oggi di un terzo con un’attività regolare registrata dalle casse edili che si attesta intorno al 50%. Uno scenario che per le imprese strutturate è ben peggiore se si considera che la gran parte del mercato della riqualificazione tenuto in piedi dagli incentivi non riguarda le imprese piccole e medie strutturate. Quello che si stenta a comprendere è che il 70 % della perdita occupazionale riguarda il settore delle costruzioni. Un tessuto annichilito dal crollo dei lavori pubblici dall’arresto della domanda di nuova edilizia residenziale e da un mercato bloccato che colpisce le imprese strutturate allargando le quote di lavoro nero e irregolare”.

Di fronte a questo scenario deprimente risponde con numeri positivi la formazione. Solo nel 2013, secondo il rapporto Formedil, ci sono stati 12.715 corsi per oltre 343 mila ore di formazione, che hanno coinvolto 164.300 tra operai (131.000), tecnici (30.450) e altre figure professionali con un aumento del 25 sul 2012. E tuttavia, la formazione da sola, anche se di qualità, non basta.

“Siamo sempre più convinti che la formazione bilaterale sia realmente un baluardo di fronte alla destrutturazione del settore delle costruzioni. Ma ci chiediamo come possiamo realmente incidere senza un cambiamento strutturale rilevante delle condizioni che sono alla base di questo processo” ha aggiunto Calzoni. “Per dare senso alla formazione e giungere ad una buona occupazione ci vuole una stagione di riforme che sappia da un lato utilizzare esperienze e cercare soluzioni applicabili e dall’altro restituire alle imprese quelle condizioni economiche e finanziarie in grado di trovare un nuovo equilibrio per poter investire e sopravvivere”. Ridimensionamento del carico fiscale e degli oneri sociali, una reale integrazione tra un sistema di welfare garantito per chi rispetta le leggi e un percorso professionale in cui la formazione continua abbia un ruolo determinante affidando al sistema bilaterale un ruolo centrale, un piano di investimenti pubblici basati su risorse certe e un mercato immobiliare alleggerito dalla pressione fiscale sono gli obiettivi necessari e urgenti che il settore deve raggiungere per dare alla formazione il giusto valore.

Per far comprendere alle imprese la riconfigurazione del mercato delle costruzioni e i processi di selezione in atto, dando l’opportunità di nuove prospettive, il Formedil farà partire Progetto Futuro, un’iniziativa strutturata di formazione per gli imprenditori. Che, dal 2015, dopo una fase di sperimentazione, offrirà a migliaia di piccoli imprenditori l’opportunità di conoscere le cause e i meccanismi del nuovo mercato delle costruzioni nonché di confrontarsi con percorsi nazionali e internazionali. “Siamo consapevoli che senza impresa non può esserci lavoro” ha detto il vicepresidente Vincenzo Pelle. “Per questo dobbiamo mettere le nostre professionalità e le nostre risorse per aiutare le piccole imprese a comprendere il cambiamento in atto e orientarle verso pratiche e soluzioni innovative”.

 

(Fonte: ilghirlandaio.com – Giusy Pascucci)

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