Con apprezzabile e indomabile tenacia, l’Ance incontra la Commissione Finanze della Camera per parlare delle varie tasse sulla casa. Ma via una sigla se ne fa un’altra, e non ci guadagniamo mai
C’è una ripresa, anzi un vero e proprio boom, che non entusiasma ed è quella delle tasse sulla casa. La crescita dei prelievi è di tutto rispetto: +143,5% negli ultimi tre anni, c’è da far morire d’invidia chiunque. Altro che piani di marketing, altro che strategie di sviluppo, questi ci sanno fare per davvero. In più, sono inimitabili e hanno l’esclusiva.
Una delle cose che maggiormente disturbano, ma è un inequivocabile segno dei tempi, è che le prese in giro, che ci sono sempre state dalla notte dei tempi, oggi sono così smaccate e trasparenti, così ben confezionate e profumate, da diventare quasi apprezzabili. Ma non capisco perché gente arrogante e di scarsa serietà, i nuovi pregi acquisiti del nostro tempo, sia convinta che tutto il resto dell’umanità sia un conglomerato di cretini.
Gli esempi purtroppo non mancano, e chissà che risate sé fatta la Commissione Finanze della Camera durante la presentazione dei dati del’Ance, che ha ricordato i nefasti effetti dell’introduzione delle varie sigle esplosive (Imu, Tasi, e chissà che altro) nella martoriata economia dei contribuenti. Come se ci potessero fare qualcosa, come se la nostra situazione economico- finanziaria permettesse interventi di reale detassazione. La proprietà sta diventando un vero e proprio incubo, e in Italia questa proprietà, parliamo ovviamente di abitazioni, rappresenta una delle percentuali fra le più altre d’Europa e forse anche del mondo. Una cassaforte facilmente violabile, mentre la crisi ha penalizzato in modo significativo, come testimoniano dati recenti, il valore che essa conteneva.
Tremo quindi all’idea della cancellazione dell’Imu, proprio come ho tremato quando si è deciso di eliminare l’Ici, tassa un tempo odiata e ora rimpianta e da molti ormai venerata come una reliquia insigne. Se siamo un paese disperato, lo possiamo anche capire, visti i tempi. Ma un po’ di rispetto ce lo meritiamo. Tra l’altro, costa niente.
