Ancora tiepide notizie sulla ripresa, ma accontentiamoci di sapere che la flessione si sta esaurendo. Federcostruzioni presenta la sua ricerca al Saie, e noi rimaniamo in attesa di una politica industriale un po’ più efficace
Continuare a vedere segnali di ripresa è certamente un atteggiamento positivo, perché grafici e percentuali da soli non invitano all’allegria. Federcostruzioni è stata protagonista al Saie – che si sta svolgendo in questi giorni a Bologna – di un convegno che ci ha regalato ulteriori informazioni sull’andamento del nostro mercato.
Innanzitutto, nonostante gli anni sfavorevoli, il valore della produzione è oggi stimato in 403 miliardi di Euro, per un settore che occupa circa 2,6 milioni di persone. E, negli ultimi sei anni, hanno perso il lavoro 650.000 operatori.
Comunque, il decremento ogni anno diventa più lieve: nel 2012 fu del -9,5%; nel 2013 del -5,7%, lo scorso anno del -3%. Per questo 2015 la previsione è di un -0,5%, mentre per il 2016 le stime parlano di un -0,1%. Ci auguriamo almeno che il trend continui, così finalmente apparirà il segno più.
Anche questa indagine non si discosta molto dai dati forniti in precedenza da altri centri di statistica. Il settore delle costruzioni è un malato cui ogni tanto viene somministrato un brodino. Ora pare che i comuni potranno utilizzare i soldi in cassa per interventi sul territorio, sempre ovviamente che non li abbiano dovuti spendere per i servizi minimi ai cittadini o per mettere una pezza ai danni che il meteo ha causato un po’ ovunque.
Continuiamo ad aspettare che qualcuno inizi a considerare l’idea di generare una seria politica industriale anche in questo settore. Una politica industriale al merito, perché ci sembra che dare abbiamo dato.
