Continua il calo dei permessi di costruire per quanto riguarda il residenziale, mentre va a gonfie vele il mercato del non residenziale. Ed è un segnale psicologicamente positivo
Qualche dato per cercare di comprendere l’andamento del settore delle costruzioni, relativamente alle nuove costruzioni, residenziale e non residenziale, che un po’ sorprende e un po’ no.
I dati arrivano dall’Istat e il periodo di riferimento è il primo semestre 2015. Si riferiscono ai permessi per costruire e, sorprendentemente, il non residenziale (quindi capannoni, uffici, e così via) mostra una crescita del6,9% rispetto allo stesso periodo del 2014.
Il dato che invece purtroppo rattrista, ma non è una sorpresa, riguarda l’edilizia residenziale che fa registrare un ulteriore -10,7%, e anche la superficie abitabile è in netto calo, con il -13,8%.
Come è facilmente comprensibile, la richiesta di permessi per costruire è un chiaro sintomo di quello che sarà il valore della produzione. La diminuzione delle richieste, infatti, significherà una corrispondente diminuzione della realizzazione di nuove costruzioni. Il dato relativo all’edilizia non residenziale indica invece la necessità di nuove strutture produttive. Prendiamolo per un segnale positivo: se sorgono nuove aziende o alcune avvertono la necessità di operare in luoghi più moderni ed efficienti, la cosa male non può fare alla nostra economia.
