I cronici ritardi della Pubblica amministrazione continuano a essere una delle principali barriere alla ripresa, non se ne viene fuori e intanto l’Unione europea bacchetta
Così, dopo la reprimenda dell’Unione europea, torna in auge il tema dei pagamenti (perennemente in ritardo) della Pubblica amministrazione. Il disegno di legge di Bilancio 2018 prevede infatti una nuova stretta sulle tempistiche, ventilando (nuovamente) la scadenza dei 30 giorni per i pagamenti ai fornitori.
Fa (tristemente) sorridere che i termini vengano diminuiti da 45 a 30 giorni quando, come ha anche sottolineato l’Ance, in media i ritardi dei pagamenti della Pa per i lavori pubblici sono intorno ai cinque mesi, con punte fino a diciotto mesi, e sono anche migliorati…
Intanto ci becchiamo l’ennesima procedura d’infrazione (che significherà multe), ma soprattutto non usciremo comunque dal giogo della penalizzazione delle nostre imprese, delle società di progettazione, e a cascata tutto il resto, perché magari pagheranno anche a 30 giorni, peccato che autorizzino la presentazione delle fatture magari dopo un anno, e questo mezzuccio poco serio chi lo controlla?
