Sono oltre 800.000 gli immobili in possesso delle Pubbliche amministrazioni. Un patrimonio da rivalutare e da utilizzare per iniziare a risparmiare denaro pubblico e per dare profondità e ulteriori certezze al mercato della ristrutturazione
Lo scenario del patrimonio immobiliare pubblico offre dati davvero interessanti e fors’anche sorprendenti. L’Osservatorio sulle partnership Pubblico- Privato, che ha recentemente presentato una ricerca all’Università Bocconi di Milano, ha evidenziato che il numero degli immobili in possesso delle amministrazioni pubbliche in Italia supera le 800.000 unità (546.000 di proprietà dei comuni).
Nonostante una disponibilità immobiliare così vasta, i comuni spendono ogni anno oltre 1.200 miliardi di affitti passivi, senza contare le spese, crescenti, della manutenzione ed energetiche. Solo di spese energetiche, questi enti spendono ogni anno quasi 7 miliardi di euro. Dal 2008 a oggi, questa spesa ha avuto un incremento del 38%.
Recuperare pienamente la funzionalità degli immobili, renderli meno energivori, ma soprattutto poterli utilizzare per le varie attività della Pubblica amministrazione sarebbe, come è facile intuire, un primo, sostanziale passo per riequilibrare i conti, in sostanza, per risparmiare quello che è, a tutti gli effetti, denaro pubblico che potrebbe essere meglio utilizzato.
Da quando il governo ha “riscoperto” il patrimonio immobiliare esistente, il mercato della ristrutturazione ha individuato nuova linfa. E la quantità dei possibili interventi è così ampia da lasciar supporre che ci sarà lavoro per i prossimi decenni. Più che mai, questo particolare settore economico necessità di un approccio industriale.
