Uno dei maggiori freni alla crescita economica è rappresentato dalla burocrazia che costa circa 30 miliardi alle imprese nazionali. E se ne potrebbero risparmiare un terzo se ci fosse più efficienza
I danni dell’eccessiva burocrazia sono purtroppo noti e operare nel pieno rispetto delle norme, sempre che si riesca a comprendere pienamente il loro significato, significa spesso partire da una posizione di svantaggio competitivo. Non sono cose belle da scrivere, ma questa è la realtà. Qualche tempo fa, Rete Imprese Italia organizzò a Roma una conferenza che si titolava “Semplifichiamo per crescere”, e in quella occasione fu presentata una ricerca diceva che se le imprese italiane potessero risparmiare anche solo un terzo dei 30 miliardi di euro di costi che devono sopportare, in quattro anni il PIL salirebbe dell’1% e la disoccupazione scenderebbe dello 0,5%.
I dieci miliardi che si risparmierebbero non sono una cifra buttata lì, ma un dato che è stato confermato anche dal Dipartimento per la Funzione Pubblica: la possibile opera di semplificazione, che comprende anche le arcinote inefficienze burocratiche, porterebbe a un risparmio di quasi 9 miliardi di euro. Si tratta di un peso che equivale al 2% del PIL, senza contare che per gli adempimenti burocratici se ne va una quantità enorme di tempo e di ore – lavoro, che certamente potrebbero essere meglio impiegate.
