Far cadere le concessioni dall’alto è il privilegio e il limite della politica. Le agevolazioni per la ristrutturazione hanno sensibilmente aiutato anche il bilancio dello stato
Fa piacere leggere la notizia che, molto probabilmente, le detrazioni fiscali note anche come eco bonus (il celebre 65% per la riqualificazione energetica degli edifici, così come il bonus (50%) sulle ristrutturazioni saranno prorogati fino al 31 dicembre 2016. Fa meno piacere constatare che si debba ancora parlare di questi incentivi, come se fossero un premio per i poveri cittadini che sennò non hanno i soldi per ristrutturare la loro casa.
È stato ampiamente dimostrato che, senza incentivi, i numeri della riqualificazione energetica crollano miseramente. E lo stesso dicasi per le ristrutturazioni. È anche stato ampiamente dimostrato che se lo stato raggranella qualche Euro di Iva lo deve esclusivamente al fatto che per accedere alle agevolazioni fiscali è necessario richiedere, e quindi fare, le fatture.
E, ancora, per come viene martoriala di tasse la casa, gli incentivi fiscali non sono altro che un modo per chiedere scusa ai contribuenti per l’incapacità di pensare misure e manovre economiche diverse da parte di chi governa, ha governato e governerà (tanto non cambierà mai niente) questo paese. Premiare, in senso lato, la casa, ovvero il luogo in cui la gente ha sempre riposto le sue energie, i suoi risparmi e il frutto del suo lavoro, significa creare valore, per la gente, ed evidentemente anche per lo stato. Non è che ci vuole un genio per capire queste cose, le detrazioni fiscali devono diventare strutturali.
