Le attese Linee Guida per la classificazione sismica potrebbero regalare nuove opportunità al settore della ristrutturazione
Il mercato dell’edilizia è stato sostenuto negli ultimi anni dagli incentivi fiscali. Al di là degli aspetti burocratici che caratterizzano la nostra disciplina fiscale, al di là anche della possibilità di schivare la materia con il più tradizionale dei sistemi, la possibilità di scaricare si è dimostrata interessante per numerosissimi cittadini. A supportare questa tesi basta il fatto che il governo ha sempre confermato questi incentivi, magari minacciando il contrario, ma evidentemente un ritorno in termini di emersione del nero esiste, ed è conveniente.
Più che l’amore per la salvaguardia dell’ambiente ha potuto quindi il soldo, ma rimane il fatto che il nostro territorio ha un bisogno continuo di interventi di ristrutturazione, di recupero, e di riutilizzo delle aree dismesse che sono una infinità. Quando poi avvengono tragedie come è capitato dalle parti di L’Aquila, dell’Emilia, e di altre zone ancora, l’evidenza diventa realtà sociale.
La politica è quindi intervenuta a sostegno delle aree terremotate, ma ha anche finalmente scoperto che gran parte della nostra penisola è a forte rischio. Gli edifici sotto scacco sono diversi milioni e la loro messa in sicurezza, assecondando i principi dell’antisismica, è una priorità. In Italia sono state definite quattro “zone” (1,2,3 e 4) in base al rispettivo pericolo di sismicità. Per le zone 1 e 2 (alta e media) sono già state stanziate le agevolazioni fiscali (65%) per la messa in sicurezza, un provvedimento che riguarda potenzialmente circa 3.000 comuni, per circa 22 milioni di cittadini, per quasi 5 milioni di fabbricati.
Viene ora ventilata l’ipotesi di inserire anche la zona 3 (oltre 4.400.000 fabbricati, principalmente nelle aree Lombardia, Veneto, Toscana ed Emilia-Romagna) cosa che, oltre che proteggere e valorizzare il territorio, darebbe una ulteriore spinta al mercato. Ciò che ancora manca, però, sono le Linee Guida per la classificazione sismica degli edifici, che saranno si spera presto rese pubbliche dal ministero delle Infrastrutture. Da quel documento dipenderà lo sviluppo dell’attività antisismica nel nostro paese.
