L’arrivo di molti cittadini stranieri in Italia sta determinando un cambiamento anche di natura imprenditoriale. L’edilizia è uno dei mercati più coinvolti
Uno dei principali problemi legati all’immigrazione riguarda la capacità, o la possibilità, dei cittadini stranieri di integrarsi con il tessuto sociale ed economico dei vari paesi ospitanti. Si tratta di un tema che sta occupando tutte le “prime pagine” dei media italiani e anche (finalmente) europei.
Uno studio del CRIF registra che in Italia, al primo gennaio 2015, la presenza di cittadini stranieri ha superato i 5 milioni di unità e che, conseguentemente, è in aumento anche il numero di imprese da questi gestite. È facile quindi rilevare che molti lavoratori italiani abbiano trovato impiego proprio in aziende gestite da imprenditori provenienti da altri paesi.
Gli imprenditori Rumeni sono i più numerosi, seguiti dai Cinesi, dai Marocchini e dagli Albanesi. La maggiore concentrazione di queste imprese è il nord-ovest, la regione più interessata è la Lombardia. La maggior parte di queste imprese estere (36% del totale) è impegnata nel commercio al dettaglio, ma al secondo posto, con il 27% del totale, c’è l’edilizia.
Fra le imprese edili nazionali, il 12,5% del totale è oggi composto da società che non hanno un titolare italiano.
