Secondo i dati Istat, le imprese di costruzione italiane ipotizzano il miglioramento delle aspettative di lavoro, sia per quanto riguarda gli ordini, sia per quanto riguarda i piani di costruzioni, con il relativo miglioramento dei livelli di occupazione, falcidiato negli anni della crisi.
Non si tratta di una novità, eventualmente di una conferma, ma le migliori prospettive riguardano gli interventi che richiedono una più marcata specializzazione, segno di un seppur lento orientamento verso una edilizia sempre più di qualità.
Il solito freno – fa notare l’Ance – è rappresentato dall’accesso ai finanziamenti da parte delle banche per effettuare nuovi investimenti che potrebbero tra l’altro regalare un po’ di ossigeno anche alla produzione. La stretta creditizia per le imprese che operano nel settore residenziale negli ultimi due anni ha superato il 30%. Dal 2007 la flessione è stata del 70%.
Ma il discorso banche/accesso al credito/ imprese edili/ garanzie è ormai diventato un classico della letteratura di settore. Le opinioni si sprecano e u compendio potrebbe essere che la banca i soldi te li da, ma devi poter garantire il credito. Probabilmente, chi può garantire il credito non deve ricorrere alla banca. Rimaniamo fiduciosi, in attesa della realtà.
