Dal Senato arriva la richiesta di rendere permanenti le agevolazioni fiscali del 65% e di estenderle anche al patrimonio dell’edilizia residenziale pubblica
come è noto, le agevolazioni fiscali passate alla storia con la denominazione di “eco bonus” (agevolazione fiscale del 65%) scadranno il prossimo 31 dicembre. Da tempo si parla di confermare il provvedimento, e addirittura da alcuni senatori è arrivata la richiesta non solo di procrastinare la scadenza, ma anche di renderla permanente e di estenderla agli edifici nuovi costruiti con criteri di bioedilizia o a energia quasi zero.
Di più, la richiesta prevede anche una rimodulazione dei tempi di erogazione degli incentivi (in questo momento è prevista in dieci anni), rendendoli crescenti con l’ammontare della spesa, così che la detrazione fiscale sia conveniente anche per i piccoli interventi.
Conti alla mano, lo stato avrebbe solo da guadagnarci. Da quando sono state introdotte le agevolazioni fiscali a tutto il 2014, le domande per ottenere gli sgravi fiscali sono state 2.258.849, per un ammontare di detrazioni riconosciute pari a 26,099 miliardi di Euro. Nel solo 2014, gli incentivi fiscali “eco bonus”, insieme agli incentivi per le ristrutturazioni (50%) hanno generato investimenti per 28,4 miliardi di Euro, con evidenti benefici per l’Erario, oltre che per il nostro settore. Senza contare che una seria politica di risparmio energetico, attivata su 12 milioni di edifici, genererebbe risorse economiche private, mettendo a reddito oltre 20 miliardi annui di energia, che allo stato delle cose viene sprecata.
