Sta per scattare l’ora del cambiamento anche per l’aggiudicazione delle gare. L’orientamento è verso la qualità della progettazione, non si parlerà più solo di prezzi o di costi. L’idea è chiara, la realtà, purtroppo, anche
Il disegno di legge sulla Riforma del Codice degli Appalti – dopo l’ok del Senato ora tocca alla Camera – evidenzia un palese tentativo di cambiare, anche in questo campo, l’andazzo generale, da sempre fortemente orientato alla confusione, soprattutto quando si parla di subappalti.
Ma le cose dovrebbero cambiare a valle, ovvero dalla progettazione. Infatti, i servizi di ingegneria e di architetture, oltre a tutti quelli di natura tecnica, non potranno più basarsi solo sul criterio del prezzo o del costo. Il nuovo criterio sarà quello dell’offerta economicamente più vantaggiosa, che sembra la stessa cosa, ma che in realtà vuole privilegiare la qualità dei progetti. Torna quindi in auge il mai sopito ma troppo spesso ignorato “rapporto qualità- prezzo” dove, sulla base di criteri più severi nella valutazione dei progetti, verrà scelta la soluzione più conveniente.
Poi, con l’introduzione dei concorsi di progettazione, iniziano a contare seriamente i contenuti tecnologici e di innovazione dei progetti stessi, due concetti che sino a oggi non hanno trovato molte chance se tutto si risolveva nel minor prezzo.
Un po’ di chiarezza arriva anche nella eterna querelle del subappalto. Se l’appaltatore del progetto è insolvente verso i subappaltatori, questi verranno pagati direttamente dalla stazione appaltante. Le imprese che concorreranno nell’aggiudicazione degli appalti dovranno presentare, insieme all’offerta, l’elenco delle parti del contratto che intendono affidare ad altre imprese, e l’elenco delle stesse.
E per rimanere nelle imprese, i criteri di scelta non riguarderanno più solo il fatturato o il numero degli addetti, ma anche la “buona condotta” dimostrata nei lavori passati. In sostanza, le imprese puntuali nelle consegne e nei pagamenti dei fornitori avranno maggiore opportunità di partecipare all’aggiudicazione degli appalti pubblici.
La materia, come è facile intuire, nella sua semplicità filosofica dovrà fare i conti con l’inevitabile complessità applicativa. Anche se tutte le associazioni di categoria delle imprese edili hanno manifestato la loro soddisfazione, e quindi si potrà contare sulla loro disponibilità a concorrere all’affermazione dei nuovi principi, sappiamo che la realtà supera alla grande la fantasia. Ma se non ci provi, non ci riesci.
