Sono circa 700 le opere incompiute di importante rilevanza sociale. Allo studio idee per trovare le risorse, ma intanto il 28% delle cause per il mancato completamente è per il fallimento delle imprese esecutrici
Gli effetti del debilitante “patto di stabilità” continuano a penalizzare, seppure indirettamente, la ripresa del settore delle costruzioni. Molte opere, infatti, non riescono a essere portate a compimento, ovviamente per la cronica mancanza di fondi. Se ne contano quasi 700, su tutto il territorio nazionale, e si tratta di opere definite di valenza istituzionale e strategica. Un investimento da 3,5 miliardi di Euro.
Il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio, ha recentemente affermato che il governo sta mettendo a punto un provvedimento che possa essere di aiuto in questo senso agli enti locali. Ha anche parlato di “definire misure innovative per il reperimento delle risorse finanziarie necessarie per il completamento delle opere”. Quindi, torna prepotentemente in auge la finanza creativa, una disciplina che non ci vede secondi a nessuno.
Fra le opere in attesa di conclusione abbiamo strade, impianti sportivi, ospedali, aeroporti, parcheggi, scuole, e così via. Per il 62% si tratta di infrastrutture, ma le percentuali più preoccupanti, fatto 100 il totale delle opere, è che non sono state ultimate nel 51% dei casi per mancanza di fondi, nel 31% per motivi tecnici (definizione che vuol dire tutto e niente) e per il 28% per il fallimento dell’impresa esecutrice (che magari significa che non sono state pagate).
Ma, questa volta senza molta creatività, una panacea possono essere agevolazioni fiscali e urbanistiche per incentivare l’intervento dei privati. Crediamo di poter dire che la situazioni non è per niente semplice. E rendersene conto è già un bel passo avanti.
(Fonte: edilportale.com)
