Mutui, se cala lo spread si risparmia

06/05/14

MUTUI

Aumenta la fiducia dei privati e le banche riprendono a concedere i mutui. Ma prima di sottoscrivere un contratto è bene valutare con attenzione le proposte del mercato

Per risparmiare sulla rata del mutuo si possono adottare diverse possibilità, come quella di mettere a confronto le proposte dei vari operatori per cercare la soluzione più conveniente offerta dagli istituti di credito. Il mercato dei mutui rispetta i tempi economicamente incerti in cui viviamo, anche se si può riscontrare un certo equilibrio tra la domanda e l’offerta in un reciproco venirsi incontro tra le banche e i cittadini che vogliono acquistare un immobile.

Si intravedono all’orizzonte segni di ripresa, con gli istituti di credito che tornano a concedere mutui, il che stimola gli italiani a uscire dall’ “attendismo” che aveva caratterizzato la domanda negli ultimi periodi. In ogni caso, la soluzione più concessa e più richiesta prevede il tasso variabile, secondo la bussola mutui Crif – MutuiSupermarket per il primo trimestre 2014.

E se il 75% dei mutuatari richiede il tasso variabile, e se il 17% dei nuovi mutui è in realtà una surroga, questi dati confermano che la domanda sta diventando sempre più selettiva, soprattutto in vista del costo del mutuo che diventa sempre più elevato a causa dello spread. In finanza, con questo termine si intende un costo aggiuntivo sul tasso di interesse che, sommato all’indice Euribor, determina il Tan.

Con il modificarsi della domanda e quindi degli orientamenti dei clienti, anche le banche si sono adeguate, soprattutto in ottica di un abbassamento dello spread per i mutuatari che hanno bisogno di un importo minore. Infatti, lo spread è direttamente collegato al loan to value, ovvero al rapporto tra il valore dell’immobile e l’importo richiesto.

Se il cliente è disposto a “metterci” di più, ovvero a chiedere un mutuo non all’80% ma magari al 50%, lo spread si abbassa e di conseguenza la rata del mutuo sarà inferiore. Nel caso di Bnl, l’ultimo operatore in ordine cronologico a far calare lo spread, la banca dà ai clienti che richiedono un mutuo non superiore al 50% del valore dell’immobile 15 punti in meno rispetto a chi chiede un mutuo più elevato, con uno spread quindi fissato al 2,45%.

Questo sistema, più in linea con le proporzioni sul rischio di credito del cliente, rende però probabilmente più complessa la scelta del potenziale mutuatario. Di questi, quelli con un merito creditizio più alto possono contare su uno spread più basso, fino a un valore del 2,1%. Anche se prima della crisi si erogavano mutui con spread dell’1%, questa flessione risulta comunque estremamente più ottimistica rispetto ai tassi del 2013, difficilmente inferiori del 3 o addirittura 3,5%.

Seguendo questa logica è normale che il mercato favorisca nettamente i mutui a tasso variabile, più “economici” rispetto a quelli a tasso fisso. Per le offerte più vantaggiose, infatti, la differenza di Tan è notevole: per i mutui a tasso variabile, le migliori soluzioni si fermano al 2,8%, mentre per il fisso al 4,9%. La propensione al tasso variabile è comunque un rischio, considerato che il tasso Bce e gli Euribor sono destinati a salire.

(Fonte: infobuild.it –  Cecilia Parola)

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