
I numeri sono da incubo, ma con un po’ di volontà politica si può provare a ripartire. Buzzetti e Squinzi sono d’accordo: dobbiamo aiutare il governo a compiere scelte politiche veloci ed efficaci
Un comunicato stampa dello scorso 24 luglio di Federcostruzioni (la Federazione che raggruppa tutte le principali sigle del sistema delle costruzioni italiane) viene lanciato un vero e proprio allarme credito, oltre alla proposta di un piano straordinario per la realizzazione di opere utili alla comunità. Ve lo proponiamo così come è stato pubblicato sul sito Internet dell’Ance (Associazione nazionale costruttori edili).

“Un collasso annunciato. Ė quello della filiera delle costruzioni. Lo certifica oggi Federcostruzioni in occasione dell’assemblea a cui hanno partecipato tutte le maggiori associazioni del sistema industriale del settore. “Si è inceppato il funzionamento interno alla filiera delle costruzioni, denuncia il Presidente Paolo Buzzetti. “L’acuirsi della stretta creditizia, come emerge anche oggi dagli ultimi dati di Bankitalia, nei confronti dell’edilizia sta determinando un vero e proprio blocco delle forniture di materiali e prodotti verso le imprese di costruzioni. Senza credito i cantieri si fermano. Diventa essenziale intervenire per restituire affidabilità e credibilità alle imprese, riattivando i flussi finanziari ordinari e rispettando i termini di legge previsti per i pagamenti delle committenze pubbliche”.
Il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, intervenendo all’Assemblea, ha affermato che “solo la ripartenza dell’edilizia può far ripartire il paese. Se vogliamo che il settore torni a crescere in tempi rapidi, fungendo così da traino anche per gli altri comparti produttivi, abbiamo immediato bisogno di interventi specifici che rilancino gli investimenti in infrastrutture, in opere pubbliche, attraverso la riqualificazione del patrimonio abitativo esistente, con un’attenzione all’efficienza energetica e un occhio al dissesto idrogeologico. Il momento è delicato. Dobbiamo lavorare seriamente, con impegno e responsabilità da parte di tutti, e sostenere il Governo a compiere scelte politiche veloci, concrete e lungimiranti“.
Federcostruzioni chiede un incontro urgente al Governo e lancia un ultimatum perché si affermi la consapevolezza che se si vuole realmente invertire il ciclo recessivo va allentata la stretta creditizia, puntare su un grande piano di investimento di opere pubbliche e non perdere l’opportunità di riqualificare il patrimonio edilizio e le città.
“Va garantito il lavoro, quello delle imprese e quello dei loro dipendenti e collaboratori. Ogni giorno – ricorda il presidente di Federcostruzioni – scompaiono decine di imprese e si perdono posti di lavoro. Ormai per quanto riguarda la filiera delle costruzioni ci si sta avvicinando ad un numero sconvolgente: 700.000 persone entro l’anno, dall’inizio della crisi, non lavorano più. Serve un Piano straordinario da destinare a opere essenziali per i cittadini riallineando il nostro Paese agli standard europei, dai quali ci siamo allontanati progressivamente proprio a causa dell’abbandono degli investimenti, soprattutto in manutenzione”.
Tra i temi al centro del dibattito la contrarietà del sistema alle nuove norme sul concordato preventivo e l’invito a prestare la massima attenzione alle questioni etiche e della legalità”.
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