
Dal sito Internet Storemat.com recuperiamo questa notizia che fotografa lo stato a dir poco problematico della nostra economia edile. Certo che se ci mettessimo dentro tutto, le percentuali congiunturali del nostro martoriato settore sarebbero migliori…
“L’incidenza dell’edilizia abusiva nel mercato delle costruzioni è passata dal 9% al 16,9% in sette anni, grazie al crollo dell’edilizia legale dovuto alla crisi economica. Lo dice Ecomafie 2013, il rapporto annuale di Legambiente dedicato alla criminalità ambientale.
Secondo lo studio, in Italia, nel 2012, la criminalità organizzata ha prodotto un fatturato di 16,7 miliardi di euro, grazie alla gestione illegale del ciclo dei rifiuti e del cemento, ma anche delle frodi alimentari e del traffico di animali.

Quattro regioni – Campania, Sicilia, Calabria e Puglia – rappresentano da sole il 45% dei reati ambientali registrati l’anno scorso. In particolare, nel campo dell’edilizia, le stime di Legambiente dicono che il numero delle nuove costruzioni legali si è ridotto di due terzi, passando dalle 305.000 del 2006 alle 122.000 di quest’anno, quello delle ostruzioni abusive ha registrato solo una piccola flessione, da 30.000 a 26.000.
“A fare la differenza sono ovviamente i costi di mercato”, dice il rapporto. “A fronte di un valore medio del costo di costruzione di un alloggio con le carte in regola pari a 155.000 euro, quello illegale si realizza con un terzo dell’investimento, esattamente 60.000 euro”.
“Non sarebbe comunque un buon affare se si corresse davvero il rischio della demolizione – aggiunge Ecomafie – ma si tratta di un’eventualità purtroppo remota: tra il 2000 e il 2011 è stato eseguito appena il 10,6% delle 46.760 ordinanze di demolizione emesse dai tribunali”.
Secondo il rapporto, tra il 2003 e il 2012 in Italia sono state realizzate 283.000 abitazioni illegali, con un fatturato di oltre 19 miliardi di euro”.
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