
I dati ufficiali Istat confermano la tendenza al ribasso nel settore delle costruzioni anche per i primi tre mesi del 2013. Con un commento del presidente di Ance Paolo Buzzetti
Circa un mese fa, pubblicavamo una notizia relativa al calo della produzione in edilizia dei primi due mesi di questo 2013. Il Centro studi dell’Ance (Associazione Nazionale Costruttori Edili) presenta sul suo sito Internet i dati Istat relativi ai primi tre mesi di quest’anno, confermando purtroppo la continua tendenza al ribasso. Infatti, l’indice Istat della produzione nelle costruzioni (che tiene principalmente conto delle ore lavorative rilevate presso le Casse Edili e il consumo dei principali materiali impiegati nelle costruzioni, rilevati attraverso una indagine sul fatturato delle imprese) evidenzia a marzo 2013 una diminuzione del 20,9% rispetto allo stesso mese dello scorso anno. Complessivamente, prosegue la ricerca Istat, nei primi tre mesi dell’anno in corso, l’indice registra un calo del 12,1% nel confronto con il primo trimestre 2012. A questa nota ufficiale possiamo aggiungere che la fatturazione non è esattamente il core- business delle imprese edili e degli artigiani, e che quindi nella “realtà del quotidiano”, seppur non monitorabile, le percentuali possono essere un po’ meno drammatiche.
Ma, al di là delle battute, la preoccupazione del presidente di Ance Buzzetti, espressa in una nota a margine, è certamente più che motivata: “Sono più di tre anni – dice Buzzetti sempre nel sito Internet di Ance – che denunciamo con forza la grave crisi del settore ma finora non si è fatto nulla di efficace per invertire la rotta e anzi con l’introduzione dell’Imu è stato dato il colpo di grazia a un settore già in agonia”. E prosegue: ““se il Governo Letta, come lo stesso presidente del Consiglio ha affermato in questi giorni, è davvero intenzionato a fare qualcosa per salvare migliaia di imprese e di famiglie dalla rovina allora non è più tempo di appellarci a rigidi parametri di bilancio europei, come riconoscono ormai anche molti economisti. Bisogna subito varare un piano coraggioso di opere pubbliche oltre a sbloccare gli strumenti già studiati all’attenzione del Governo per sostenere i mutui alle famiglie. Quello che chiediamo è di immettere subito “un’iniezione di soldi pubblici per partire con la messa in sicurezza delle scuole e del territorio: interventi necessari per il bene del Paese e capaci di dare fiato all’economia”.
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