L’emergenza Covid-19 non ha fermato le imposte sulla casa: niente proroga né moratoria, come inizialmente ipotizzato, bensì regolari scadenze sia per l’acconto che per il saldo Imu 2020.
Tra le novità introdotte dalla Finanziaria 2020 c’è la cancellazione della Tasi (Tassa sui Servizi Indivisibili).
In realtà, come vedremo nel proseguo dell’articolo, l’abolizione della tassa non porta reali benefici al contribuente, per il quale il peso fiscale rimane invariato, se non in alcuni casi specifici.
Ma andiamo con ordine e vediamo come funziona la nuova tassa sulla casa e quali novità ci sono su aliquote, esenzioni e agevolazioni Imu 2020.
Dopo anni in cui il binomio Imu-Tasi ha viaggiato insieme, la Tasi è andata ufficialmente in pensione, sostituita dalla nuova Imu 2020.
Come accennato, per il contribuente cambia poco o nulla.
Se è vero che formalmente la Tasi è stata cancellata dalla legge di Bilancio 2020, è altrettanto vero che di fatto le due imposte sono state accorpate in un’unica tassa (Imu 2020). Lo scopo è quello di semplificare le modalità di pagamento garantendo l’invariabilità del gettito fiscale.
Come funziona nel 2020 la tassa sulla casa? Cosa cambia con la nuova Imu?
Facciamo il punto delle novità rispetto a scadenze, proroghe, aliquote e agevolazioni fiscali.
In un primo momento si era parlato di una proroga della scadenza o addirittura di una moratoria a sostegno dei cittadini colpiti dalle ripercussioni dello stop Covid-19, considerato come “evento straordinario tale da turbare il normale svolgimento dei rapporti economici e sociali”.
Di fatto però le scadenze Imu 2020 sono rimaste invariate: 16 maggio 2020 per l’acconto (o prima rata) e 16 dicembre 2020 per il saldo.
C’è una sola eccezione alla regola: l’acconto Imu di giugno non è dovuto sulle case acquistate o ereditate nel corso del 2020. La ragione è semplice: essendo la prima rata Imu uguale alla metà di quanto corrisposto nel 2019, non sarebbe possibile calcolare precisamente la quota dell’acconto. In questi casi, dunque, il pagamento dell’Imu 2020 è differito al saldo di dicembre.
In virtù dell’emergenza Covid-19, il Ministero Economia e Finanze, con risoluzione 5/DF dell’8 giugno 2020, ha dato il via libera alla proroga della scadenza acconto Imu 2020 per gli Enti Locali (i Comuni), ai quali è concesso differire i termini di versamento dell’Imu 2020, ma solo per i tributi locali di propria competenza.
La risoluzione del MEF precisa, infatti, che la facoltà di prorogare la scadenza dell’Imu «può essere legittimamente esercitata dal Comune con esclusivo riferimento alle entrate di propria spettanza, ma non a quelle di competenza statale».
In sostanza, la proroga riguarda soltanto le entrate degli Enti Locali, mentre non è previsto nessun rinvio per la quota IMU di competenza dello Stato.
La normativa prevede l’esenzione dal pagamento delle imposte Imu per l’abitazione principale, intesa come «l’immobile, iscritto o iscrivibile nel catasto edilizio urbano come unica unità immobiliare, nel quale il possessore e il suo nucleo familiare dimorano abitualmente e risiedono anagraficamente».
Sono invece soggetti al pagamento della prima e seconda rata Imu 2020:
Come funziona il calcolo delle aliquote Imu 2020?
È tutto spiegato nella circolare del MEF del 18 marzo 2020. La prima rata Imu 2020, calcolata sulla base delle aliquote previste dai Comuni per il 2019, sarà pari alla metà di quanto versato per Imu e Tasi 2019, mentre il saldo di dicembre 2020 sarà pagato sulla base delle aliquote che i Comuni potranno approvare entro il 28 ottobre 2020.
Sulle prime case di lusso comprese nelle categorie A1/A8 e A9 è prevista l’applicazione di un’aliquota ridotta del 5 per mille, che i comuni possono discrezionalmente aumentare o diminuire di un punto percentuale, oltre ad una detrazione fissa di 200 euro.
L’aliquota base Imu 2020 per la seconda casa parte invece dall’8,6 per mille. I Comuni che intendono approvare anche per il 2020 la ex maggiorazione Tasi possono prevedere un aumento dell’aliquota fino al 10,6 per mille.
Sia la legge di Bilancio 2020 che il recente Decreto Rilancio hanno introdotto una serie di esenzioni e agevolazioni.
Partiamo dalle esenzioni: la legge di bilancio 2020 ha assimilato ad abitazione principale (dunque esente dal pagamento Imu) i seguenti immobili:
Veniamo ora ai casi di trattamento agevolato Imu 2020:
Un’ultimissima novità introdotta da Decreto Rilancio per dare respiro al settore turismo, duramente colpito dal Covid, riguarda la cancellazione della prima rata Imu 2020 per gli immobili adibiti a strutture ricettive e turistiche.