Sblocca-debiti, 2 miliardi al via

22/04/14

notizia 23 04 14(1)

Decreto del Viminale per spostare i preventivi al 31 luglio, ma c’è rischio-caos fino all’autunno. Entro il 31 maggio le richieste di aiuto alla Cassa per il nuovo round

Altro giro, altra corsa per la giostra delle anticipazioni di liquidità che servono a Comuni e Province per pagare i loro vecchi debiti nei confronti dei fornitori. La Conferenza Stato-Città ha approvato infatti il nuovo Addendum alla convenzione con la Cassa depositi e prestiti, e le amministrazioni locali avranno tempo fino al 31 maggio per inviare le richieste di aiuto alla Cassa. In ballo ci sono due miliardi di euro, per circa 1,3 miliardi destinati ai Comuni e per il resto alle Province, e serviranno a onorare due tipologie di debiti: quelli di parte corrente e di conto capitale «certi, liquidi ed esigibili» al 31 dicembre 2012, o comunque accompagnati da fattura e richiesta equivalente di pagamento entro la stessa data, e i debiti fuori bilancio che entro fine 2012 presentavano i requisiti per il riconoscimento, anche se sono stati ufficialmente riconosciuti solo successivamente.

I provvedimenti approvati dalla Conferenza Stato-Città traducono in pratica l’articolo 13 del decreto 102/2013, che ha previsto la seconda tornata del meccanismo sblocca-debiti da parte del Governo Letta. Le procedure, quindi, sono le stesse della prima tornata, e impongono alle amministrazioni di effettuare i pagamenti entro 30 giorni dall’arrivo dell’anticipazione e di certificare il tutto alla Cdp, aggiornando anche il piano dei pagamenti che va pubblicato sul proprio sito istituzionale. Insieme all’anticipazione andrà siglato anche un piano di rientro, che può durare fino a 20 anni: come mostrano le elaborazioni effettuate dall’Ance, l’associazione nazionale dei costruttori edili, sulla prima tranche di anticipazione, la quasi totalità delle amministrazioni (quasi 1.400) che finora hanno bussato alla porta della Cassa depositi e prestiti ha scelto di sfruttare tutto il periodo concesso per restituire l’anticipazione, e solo un’esigua minoranza ha scritto piani di rientro più brevi.

Sempre in Conferenza Stato-Città è stato dato il via libera al decreto del Viminale, ora alla firma del ministro dell’Interno Angelino Alfano, che proroga al 31 luglio i termini di approvazione dei bilanci preventivi 2014 degli enti locali. La proroga era stata già votata dalla Camera nella legge di conversione del «salvaRoma» ter, che ora attende l’esame del Senato, ma l’articolo 151 del Testo unico degli enti locali prevede che il rinvio dei termini per i bilanci preventivi sia deciso per decreto dal Viminale: con la firma di Alfano, dunque, la nuova data diventerà ufficiale, senza bisogno di attendere Palazzo Madama.

I nuovi termini fanno perdere il carattere di «indifferibilità» all’approvazione dei preventivi negli oltre 4.100 Comuni che vanno al voto il prossimo 25 maggio, e che potrebbero comunque decidere di procedere ugualmente. La proroga, del resto, è stata decisa prima di tutto per loro, anche se la nuova data non sembra sufficiente: soprattutto nei Comuni che andranno al ballottaggio, tra proclamazione degli eletti, definizione della Giunta e avvio dei lavori si arriverà tranquillamente a metà luglio, e per sciogliere i rebus di Tasi e Iuc in genere, scrivere la proposta di bilancio, sottoporla al consiglio e votarla non basteranno poche settimane. Il rinvio a fine settembre, destinato a replicare l’incertezza fiscale degli ultimi anni, appare insomma già in cantiere.

(Fonte: Il Sole 24 Ore – Gianni Trovati – ance.it)

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