Il decreto “Rinnovabili” offre un assist alla distribuzione edile. Anche la sostenibilità può diventare un’oferta che crea la differenza
La “rivoluzione tecnologica” del settore delle costruzioni sembra aver solo sfiorato la distribuzione edile, talmente sfiorato che molti non si sono nemmeno accorti che esista. Gli ambiti più evidenti sono la sostenibilità (da sempre un fastidioso sassolino nella scarpa un po’ per tutti, tranne che per archistar e cliente privato, ma fino a un certo punto, ovvero fino a quando i costi lievitano), l’automazione (che piace molto perché trendy, ma vale in discorso precedente), la prefabbricazione (che alla distribuzione interessa poco, e anzi vorrebbe che non esistesse), la digitalizzazione, che potremmo definire un male necessario, ma che a partire dalla fatturazione elettronica finirà per coinvolgere tutti.
Appare difficile trovare un campo di particolare interesse per la distribuzione edile, già alle prese con nuovi ambiti merceologici che esondano dal tradizionale. Eppure, per fare un esempio, l’argomento “sostenibilità” può diventare un interessante elemento di differenziazione.
È di questi giorni infatti la notizia che il decreto “Rinnovabili” prevede una nuova incentivazione della produzione di energia destinata all’autoconsumo, in caso di sostituzione dell’amianto e dell’eternit dai tetti con pannelli fotovoltaici. Il premio è di 12 euro/MWh, oltre al bonus sulle’energia elettrica. Quindi, viene incentivata tutta l’energia prodotta, un modo per coprire gli investimenti effettuati per la sostituzione delle coperture. Questo ci interessa.