Ispra denuncia un imbarazzante consumo del suolo che va a colpire in modo particolare le zone idealmente protette da vincoli paesaggistici
Ma chi lo dice che non si costruisce? Secondo ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione Ambientale), ogni due ore in Italia si costruisce una superficie equivalente all’area di Piazza Navona. Il problema, se si vuole, è che gran parte di queste costruzioni (circa un quarto del costruito, che sembra poco, ma è tantissimo) avvengono in aree protette, soprattutto nei pressi delle nostre sempre ambite coste.
La legge che vorrebbe impedire uno sciagurato consumo del suolo evidentemente non funziona molto bene, infatti, nel solo 2017, la superficie rubata alla natura è stata di ben 52 chilometri quadrati.
Al di là dei problemi legati alla pericolosità idrogeologica, al deturpamento dell’ambiente e del paesaggio, rimane sostanzialmente immutato il grado di menefreghismo coatto che è una delle piaghe della nostra non-cultura. I provvedimenti esisterebbero anche, gli interventi di demolizione forzata sono in aumento, ma la farraginosità della legislazione, tanto per cambiare, rimane un deterrente ostico da superare.