Una ricerca del Cresme evidenzia come interventi per ottimizzare i consumi energetici nelle strutture scolastiche potrebbero far risparmiare allo stato circa 400 milioni all’anno
L’indagine sul patrimonio edilizio scolastico tracciata dal Cresme, incentrata soprattutto sullo stato degli impianti per il riscaldamento e il raffreddamento, rende ancora più allarmante una situazione che si pensava “solo” precaria.
In Italia, ci sono 51.904 edifici scolastici, fra questi appartengono alla gestione “pubblica” 48.275 unità. Le strutture in cemento armato e muratura rappresentano il 67% del totale, quindi muratura portante in pietra e mattoni (15%) e muratura portante in laterizio (14%).
Per il 97% dei casi, l’impianto di riscaldamento è di tipo tradizionale, con l’impiego del gas per il 73% dei casi, e da gasolio e olio combustibile (24%).
È evidente che esistono ampi spazi di miglioramento: il 61% degli edifici possiede un unico sistema di regolazione della temperatura per l’intero edificio e soltanto il 12% ne ha uno in ogni stanza, mentre l’8% ne dispone di uno in ogni piano. Nel 79% degli edifici non è presente l’impianto di condizionamento, nel 19% è presente ma separato dal generatore principale e solo nel 2% dei casi è integrato nel generatore principale.
Una riqualificazione energetica è quindi più che opportuna, anche perché, secondo le stime, questo intervento permetterebbe di risparmiare circa 400 milioni all’anno di spese per il riscaldamento.