Nel periodo 2013- 2016 sono stati creati 916 mila posti di lavoro in più. Bene agricoltura e industria, male l’edilizia
Quando un operatore dell’edilizia sente parlare di crescita, la prima cosa che gli viene in mente è che lo stanno prendendo in giro. Fra tutti i settori della nostra economia, l’edilizia continua infatti a perdere occupati. Sono queste le tristi note del “Rapporto sul mercato del lavoro”, redatto dal relativo ministero in collaborazione con Istat, Insp,Inail e Anpal.
La ricerca recita che fra il 2013 e il 2016 sono stati generati 40,68 milioni di posti di lavoro, e che parallelamente ne sono cessati 39,15 milioni. Quella che sembra una buona notizia nasconde però alcune “insidie”, come per esempio quella dei contratti a termine che in molti casi hanno preso il posto dei contratti a tempo indeterminato, che vengono come è noto conteggiati come nuovi posti di lavoro.
Il saldo positivo ha però anche una coda che fa ben sperare: le assunzioni a tempo indeterminato sono diventate quasi 15 milioni, un dato che riporta ai vertici della serie storica. Bene l’agricoltura (nonostante le voci di crisi), bene anche il settore del’istruzione, grazie all’assunzione di oltre 50mila precari, e anche l’industria si difende. Solo le costruzioni sono quindi ancora in grave difficoltà.