L’entrata in vigore delle nuove Norme Tecniche delle Costruzioni propone una grande attenzione alla progettazione, l’esecuzione e il collaudo. Ma il periodo transitorio – cinque anni – ne ritarda sensibilmente gli effetti. Si attende inoltre la pubblicazione delle appendici nazionali agli Eurocodici strutturali
Fra gli obiettivi delle nuove Norme Tecniche delle Costruzioni (NTC), che sono entrate in vigore circa un mese fa, la sicurezza strutturale degli edifici è uno dei temi più importanti. Le nuove norme sono chiamate a migliorare e a integrare quelle stabilite una decina di anni fa, cercando quindi di orientare il mercato verso scelte qualitative sempre più performanti, per garantire la sicurezza dei cittadini.
Le nuove norme tecniche, infatti, offrono precisazioni circa i metodi di identificazione, qualificazione, controllo dei materiali e prodotti, e le responsabilità degli operatori vanno sicuramente nella direzione di una maggiore garanzia di durabilità e sicurezza delle opere.
Se questo discorso si può “agevolmente” fare per quanto riguarda le nuove costruzioni, più complessa è la materia per il costruito. Sull’argomento, sono state inserite importanti innovazioni per gli interventi sugli edifici esistenti, rendendo così la manutenzione straordinaria uno dei cardini del mercato prossimo venturo.
Come sempre in questi casi, è già stato previsto un periodo transitorio: per le opere in corso di realizzazione al 21 marzo 2018, così come per i progetti definitivi o esecutivi già affidati alla stessa data, sarà possibile continuare ad applicare la normativa con la quale sono state progettate, a condizione che la consegna dei lavori avvenga entro il 22 marzo 2023 (quindi cinque anni dopo la data di entrata in vigore). In tutti gli altri casi sarà necessario fare riferimento alla nuova normativa.
